Un’eco di ieri si fonde con l’attualità nel cuore di Palazzo Madama, in un evento che trascende la mera celebrazione natalizia.
Claudio Baglioni, figura iconica del panorama musicale italiano, si presenta di fronte al Senato, non come artista esibente, ma come depositario di un patrimonio culturale condiviso.
La sua presenza, accolta con un’affluenza inaspettata, rappresenta un ponte tra generazioni, un dialogo tra la musica popolare e le istituzioni repubblicane.
L’assenza di un abito formale, un dettaglio apparentemente minore, diviene in realtà un atto simbolico, un richiamo all’autenticità e alla familiarità che caratterizzano la sua figura pubblica.
Non una “maglietta fina” fuori luogo, bensì un elemento identitario, un segno distintivo che radica la sua popolarità in un legame profondo con il sentire collettivo, come sottolinea l’osservazione di Ignazio La Russa.
Baglioni offre al Senato una selezione di brani imprescindibili del suo repertorio: “La vita è adesso”, inno generazionale che invita a cogliere l’attimo presente; “Avrai”, promessa di futuro e speranza nel domani; e “Strada facendo”, viaggio esistenziale alla ricerca di senso e identità.
Questi titoli, carichi di significato, risuonano con particolare intensità nell’emiciclo, creando un’atmosfera di riflessione e condivisione.
La ricchezza dell’esecuzione è amplificata dalla presenza dell’orchestra e del coro del Teatro San Carlo di Napoli, istituzione di primaria importanza nel panorama culturale italiano.
La loro partecipazione non è casuale: Napoli celebra il suo millenario, un traguardo che testimonia la sua millenaria storia, un intreccio di influenze culturali che hanno plasmato l’identità della città e del Paese.
Questo anniversario, un punto di riferimento cronologico che rimanda a un passato glorioso, si unisce alla musica di Baglioni, creando un connubio tra tradizione e innovazione.
Accolti con onore, il sindaco Gaetano Manfredi e il sovrintendente del Teatro Fulvio Macciardi ricevono la martinella, un oggetto carico di storia e significato, simbolo del potere e dell’autorità del Senato.
Questo gesto simbolico sottolinea il riconoscimento del ruolo dell’arte e della cultura come elementi fondanti dell’identità nazionale e come strumenti di coesione sociale.
La campanella, che in passato richiamava all’ordine i senatori, oggi risuona come un invito a riflettere sul ruolo delle istituzioni e sulla responsabilità di preservare il patrimonio culturale italiano.
L’evento, dunque, si configura non solo come un concerto di Natale, ma come un momento di celebrazione dell’italianità, un’occasione per riscoprire le radici comuni e per guardare al futuro con speranza e consapevolezza.





