La Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, un monito costante per la coscienza globale, si erge quest’anno come un fischio d’allarme urgente.
Save the Children, con la sua consueta lucidità, solleva un velo su una realtà straziante: i diritti fondamentali dei bambini, pilastri di una società giusta e prospera, sono sistematicamente violati su scala globale.
Non si tratta di una crisi isolata, ma di un complesso intreccio di emergenze convergenti che mettono in ginocchio le future generazioni.
Il panorama attuale è segnato da una pericolosa escalation di violenza.
I conflitti armati, lungi dall’essere relegati a zone di guerra remote, si manifestano con una brutalità inaudita, colpendo indiscriminatamente i bambini.
La statistica del 2024, che evidenzia come il 70% dei minori deceduti in contesti di conflitto siano caduti vittime di ordigni esplosivi, è un dato agghiacciante che riflette la crescente disumanizzazione della guerra.
Queste armi, intrinsecamente indiscriminate, trasformano gli spazi protetti come scuole e case in zone di pericolo mortale, negando ai bambini anche il diritto di crescere in sicurezza.
Oltre alla violenza, la fame rappresenta una minaccia insidiosa.
Nel 2025, l’esperienza della fame ha tormentato la vita di 118 milioni di bambini, un numero che incide profondamente sul loro sviluppo fisico e cognitivo.
La malnutrizione infantile, con le sue conseguenze devastanti sulla crescita, sull’apprendimento e sulla salute a lungo termine, è un indicatore di un fallimento collettivo nel garantire un accesso equo al cibo e alle risorse essenziali.
La crisi climatica, con la sua escalation di eventi estremi, amplifica ulteriormente la vulnerabilità dei bambini.
Nel 2025, oltre 48 milioni di minori si sono trovati ad affrontare gli effetti devastanti di disastri naturali, perdendo le loro case, le loro comunità e, in alcuni casi, la loro stessa vita.
Questi eventi traumatici lasciano cicatrici profonde, compromettendo il loro benessere psicologico e la loro capacità di affrontare il futuro.
Anche in Europa, un continente che si vanta di valori umanitari, la povertà infantile è in crescita.
Negli ultimi cinque anni, 446.000 bambini in più si sono trovati intrappolati in una spirale di deprivazione materiale, con conseguenze dirette sulla loro istruzione, sulla loro salute e sulle loro opportunità di crescita.
In Italia, la situazione è particolarmente allarmante, con 1,28 milioni di bambini che vivono in condizioni di povertà assoluta, un dato che rivela profonde disuguaglianze e lacune nel sistema di protezione sociale.
La necessità di un’inversione di tendenza è pressante.
È imperativo che la comunità internazionale metta i diritti dell’infanzia al centro dell’agenda politica, non come un’aggiunta marginale, ma come un principio guida.
Questa azione richiede un approccio olistico che affronti le cause profonde della povertà, della violenza e della disuguaglianza.
È fondamentale investire in istruzione di qualità, in assistenza sanitaria accessibile, in programmi di protezione sociale efficaci e in iniziative per promuovere la pace e la sicurezza.
Inoltre, è essenziale rafforzare la cooperazione internazionale e garantire che i bambini siano ascoltati e coinvolti nelle decisioni che li riguardano.
La loro voce, troppo spesso soffocata, merita di essere ascoltata e presa in considerazione.
La loro infanzia, un bene prezioso da proteggere, è il nostro futuro.








