Il caso di Beatrice Celia, la giovane deceduta a Catanzaro il 17 marzo 2024, continua a generare interrogativi e a sollecitare un’indagine accurata per dirimere le complesse dinamiche che hanno portato alla sua scomparsa.
In seguito alle persistenti perplessità espresse dai genitori, Andrea Celia ed Elena Bitonte, che hanno sempre respinto l’ipotesi di un suicidio, il procedimento giudiziario ha subito una svolta significativa.
La loro determinazione, sostenuta dagli avvocati Angela La Gamma e Sonia Mirarchi, ha condotto, il 7 ottobre, alla formale richiesta al Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) Mario Santoemma di disporre un incidente probatorio, una misura istruttoria cruciale volta ad accertare i fatti in maniera oggettiva e indipendente.
L’udienza odierna ha segnato un passo avanti nell’approfondimento delle indagini, culminando nella nomina del medico legale Massimo Rizzo quale perito del giudice.
La sua competenza sarà fondamentale per l’esecuzione di esami e analisi specifiche, mirate a determinare con precisione le cause del decesso e, laddove possibile, a ricostruire la sequenza temporale degli eventi che hanno preceduto il tragico epilogo.
In una prospettiva di garanzia dei diritti e di tutela della verità, i genitori della ragazza hanno esercitato il diritto di nominare un perito di parte, il dottor Stefano Tambuzzi, esperto medico legale proveniente da Milano.
La presenza di un perito nominato dalle parti lesse, oltre a garantire una visione più ampia e completa delle dinamiche, contribuisce a rafforzare l’imparzialità e l’attendibilità delle indagini.
La divergenza di opinioni tra i due periti, se dovesse emergere, potrebbe anzi essere fonte di ulteriore approfondimento e chiarimento.
Le operazioni peritali, che avranno inizio il 9 dicembre, richiederanno un’analisi meticolosa e multidisciplinare, coinvolgendo presumibilmente tecniche di laboratorio avanzate e un’attenta valutazione di tutti gli elementi disponibili.
Il Giudice ha fissato un termine di 60 giorni per la redazione e il deposito della relazione peritale, consapevole della delicatezza e della complessità del compito affidato.
La data del 18 marzo 2026 è stata fissata per l’udienza dedicata alla discussione, dinanzi al giudice, dei risultati delle indagini peritali.
Tale data, lontana nel tempo, sottolinea l’importanza di un’indagine approfondita e rigorosa, che non si limiti a stabilire la causa della morte, ma che aspiri a ricostruire la verità completa dei fatti, nel rispetto della memoria di Beatrice Celia e del diritto dei suoi genitori di ottenere giustizia.
L’intera vicenda solleva, inoltre, interrogativi più ampi sulla necessità di un approccio sempre più scientifico e multidisciplinare nelle indagini relative a decessi improvvisi e non sospetti.








