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domenica 16 Novembre 2025

Berio a 100 anni: Ark, un dialogo tra passato e futuro musicale.

Luciano Berio, figura seminale del panorama musicale del secondo dopoguerra, incarna un’eredità artistica che trascende la mera composizione, configurandosi come un vero e proprio manifesto di apertura, sperimentazione radicale e assoluta libertà creativa.

A cento anni dalla sua nascita, il Festival Suoni Riflessi si propone non solo di commemorare il compositore, ma di indagare in profondità la sua influenza persistente e fecondante sulla scena musicale contemporanea.

L’evento culmina domani alla Sala Vanni di Firenze con la prima italiana di “Ark”, un’opera ambiziosa per dodici voci soliste ed ensemble, firmata dal compositore italiano Luca Antignani, attivo a Parigi.

L’opera si pone in dialogo diretto con il celebre ciclo di “Folk Songs” di Berio, reinterpretando il materiale popolare attraverso una sensibilità contemporanea.
Antignani, con “Ark”, non si limita a citare Berio, ma ne eredita l’approccio di “appropriazione” e trasformazione, smontando e rimontando elementi preesistenti per creare un nuovo linguaggio espressivo.
L’esecuzione, affidata all’ensemble vocale francese Musicatreize e all’ensemble Suoni Riflessi, sotto la direzione di Roland Hayrabedian, promette un’esperienza sonora intensa e coinvolgente.

Musicatreize, un gruppo di spicco nel panorama internazionale, vanta una storia di quasi quarant’anni dedicata all’esplorazione del potenziale inesauribile della voce umana.

Il loro approccio non si limita al coro a cappella, ma abbraccia il teatro musicale, l’improvvisazione e l’integrazione di elementi multimediali, creando ponti tra epoche e stili musicali diversi.

L’ensemble, con la sua forte identità mediterranea, ha ispirato numerosi giovani compositori, contribuendo a definire un nuovo modello di pratica musicale aperta all’innovazione e alla contaminazione.

“Ark” rappresenta la terza collaborazione tra Antignani e Musicatreize, a seguito di opere di successo come “Il canto della tenebra” (2017) e “Acqua di mare amaro” (2018), che testimoniano una profonda affinità artistica e un costante desiderio di superare i confini del linguaggio compositivo.
L’abbinamento con “Folk Songs” non è casuale: si tratta di un confronto illuminante che permette di comprendere la portata dell’eredità beriana e la sua capacità di stimolare nuove generazioni di artisti.

Il concerto, quindi, non è solo una presentazione di nuova musica, ma un vero e proprio percorso di scoperta e approfondimento del pensiero musicale di Berio, un invito a riscoprire la sua attualità e la sua capacità di ispirare nuove forme di espressione artistica.

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