La tensione palpabile si è materializzata questa mattina in un blocco stradale sulla statale 20, dinanzi all’acciaieria di Racconigi, a Cuneo.
Un presidio, un grido d’allarme, uno sciopero che riflette una profonda crisi occupazionale e un futuro incerto per i lavoratori dell’ex Ilva, un’azienda che rappresenta una ferita aperta nel tessuto industriale e sociale del Piemonte.
L’impianto, un tempo cuore pulsante dell’economia locale, si trova oggi in una condizione di quasi stasi produttiva, aggravata da nuove misure di cassa integrazione che hanno drasticamente ridotto il numero di dipendenti operativi a meno di cento unità.
Questa protesta si inserisce in un quadro nazionale più ampio, con manifestazioni analoghe che si sono verificate in altre sedi ex Ilva, testimoniando una diffusa inquietudine e una rabbia crescente.
Il nodo cruciale della disputa risiede nella scarsa concretezza delle iniziative di riqualificazione professionale, che appaiono come una goccia in un mare di necessità.
Solo tre lavoratori su ottantacinque sono stati ammessi a tali percorsi, un numero esiguo che non può assolutamente compensare la perdita di posti di lavoro e l’incertezza per il futuro.
La situazione appare ancora più drammatica considerando che nessuno dei lavoratori in cassa integrazione ha beneficiato di queste opportunità di formazione.
Il blocco stradale, quindi, non è solo una protesta immediata, ma il sintomo di un disagio radicato, alimentato da anni di attesa per un piano industriale solido e credibile.
Un piano che non solo garantisca la sopravvivenza dell’impianto, ma che riconvertire e rilanci l’intera area industriale, offrendo nuove prospettive di sviluppo e occupazione.
Come sottolineato dal consigliere regionale Mauro Calderoni (Pd), presente al presidio, la situazione attuale configura una beffa per un territorio che ha investito risorse e speranze in un futuro industriale.
La mancanza di risposte concrete e la scarsa attenzione alle esigenze dei lavoratori alimentano un senso di abbandono e di sfiducia, minando la coesione sociale e compromettendo il potenziale di crescita dell’intera regione.
Il futuro dell’acciaieria di Racconigi e, più in generale, delle aree ex Ilva, rappresenta una sfida complessa che richiede un impegno condiviso da parte delle istituzioni, delle imprese e dei lavoratori, per trovare soluzioni sostenibili e durature.







