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martedì 18 Novembre 2025

Bressanone, incidente ferroviario: assoluzioni e ombre sulla sicurezza

Il tragico incidente ferroviario del 27 aprile 2017, a nord di Bressanone, dove persero la vita Salvatore Verolla e Achille De Lisa, due lavoratori impegnati in attività di manutenzione sulla linea ferroviaria tra Bressanone e Fortezza, si conclude con una sentenza che scuote il sistema giudiziario e solleva interrogativi profondi sulla responsabilità e la sicurezza sul lavoro.
Il collegio giudicante, presieduto da Stefan Tappeiner, ha emesso un verdetto di assoluzione “perché il fatto non sussiste”, ponendo fine a un processo lungo e complesso, gravato da una complessità tecnica e umana considerevole.

L’evento, che ha causato anche gravi lesioni a tre altri operai, ruota attorno a un’impatto devastante tra le macchine operatrici, utilizzate dai lavoratori per la manutenzione della linea, e le carrozze di coda di un convoglio-cantiere di ingente peso (2.800 tonnellate).
La ricostruzione degli eventi, basata su perizie tecniche approfondite, ha rivelato una dinamica allarmante: il convoglio, partito da Bressanone, ha percorso il tratto di binario senza aver eseguito la prevista prova freni, una procedura cruciale per garantire la sicurezza delle operazioni di manutenzione in corso.

L’indagine e il successivo processo hanno coinvolto sette imputati, figure chiave all’interno di Gcf spa, l’azienda romana appaltatrice dei lavori per conto di Rfi (Rete Ferroviaria Italiana), e dirigenti e dipendenti di quest’ultima.

Le accuse formulate spaziavano dal disastro ferroviario all’omicidio colposo plurimo, passando per le lesioni personali gravi e le violazioni delle normative in materia di sicurezza sul lavoro.

La gravità del quadro accusatorio rifletteva la complessità della catena di responsabilità, implicando possibili carenze procedurali, supervisionali e di controllo che hanno portato a una tragica perdita di vite umane.

La decisione di assoluzione, pur rappresentando una conclusione formale del procedimento giudiziario, non deve essere interpretata come una chiusura definitiva delle questioni morali ed etiche sollevate dall’incidente.

Al contrario, impone una riflessione urgente e approfondita sulle cause che hanno portato a questa catena di eventi disastrosi.
La sentenza, sebbene priva di condanne, evidenzia la necessità di un ripensamento radicale dei protocolli di sicurezza, dei controlli e della formazione del personale coinvolto in attività di manutenzione ferroviaria.

L’assenza di responsabilità penale accertata non esclude, peraltro, la possibilità di azioni civili per il risarcimento dei danni subiti dalle famiglie delle vittime e dagli altri lavoratori feriti.

Le motivazioni dettagliate della sentenza, previste per la loro pubblicazione entro novanta giorni, saranno fondamentali per comprendere le ragioni alla base del verdetto e per individuare le aree di miglioramento necessarie per prevenire il ripetersi di simili tragedie, garantendo un ambiente di lavoro più sicuro e protetto per tutti.

L’eredità di questa vicenda rimarrà impressa come un monito severo sulla fragilità umana e sull’imperativo di una sicurezza senza compromessi.

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