Caccia illegale in Aspromonte: sequestrato richiamo acustico e denunciato un uomo.

In una remota area dell’Aspromonte, il silenzio della natura, eco di secoli di equilibrio ecologico, è stato violato da un atto di caccia illegale.
I Carabinieri di Santo Stefano in Aspromonte hanno interrotto una pratica venatoria in contrasto con la rigorosa normativa a protezione della fauna selvatica, smascherando un tentativo di attrazione artificiale di uccelli.

L’intervento dei militari, originariamente volto a prevenire il preoccupante fenomeno delle rapine ai danni dei cacciatori, si è trasformato in una serrata indagine volta a contrastare l’uso di dispositivi elettronici per la caccia.

In contrada Scifadi, precisamente in località Ceramida, un persistente e innaturale verso di tordo, ripetuto incessantemente, ha insospettito i Carabinieri.

L’intensità e la regolarità del suono, incongrui rispetto all’ambiente naturale, hanno suggerito l’impiego di un richiamo acustico artificiale.
Con prudenza e professionalità, i militari si sono avvicinati alla fonte del suono, individuando un uomo appostato su uno sgabello, con il fucile a tracolla e un dispositivo richiamo acustico elettromagnetico ancora in funzione.

L’apparato, sofisticato e progettato per imitare i richiami naturali, mirava ad attirare gli uccelli innescando una dinamica di caccia predeterminata e artificialmente amplificata.

Un’ulteriore perquisizione del bagagliaio dell’autovettura ha rivelato un esemplare di tordo bottaccio, appena abbattuto, evidenziando la concretizzazione dell’attività illecita.

L’arma da fuoco, il dispositivo richiamo acustico, e qualsiasi altro elemento ritenuto rilevante per le indagini sono stati sottoposti a sequestro, al fine di preservare l’integrità delle prove e consentire un’analisi tecnica approfondita.

Il responsabile è stato denunciato, e l’episodio solleva importanti riflessioni sull’importanza di un’applicazione scrupolosa delle leggi che tutelano la biodiversità.

L’incidente non è solo una violazione della legge, ma un campanello d’allarme che richiama l’attenzione sulla necessità di un approccio più sostenibile e rispettoso nei confronti della fauna selvatica, e sulla consapevolezza che la caccia, quando praticata illegalmente, può compromettere l’equilibrio fragile degli ecosistemi montani, patrimonio naturale di inestimabile valore.

L’Aspromonte, con la sua ricchezza faunistica e la sua storia millenaria, merita di essere protetta con rigore e passione.

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