Campania al limite: povertà, salute a rischio e divario crescente.

La Campania si presenta come una regione afflitta da una complessa rete di fragilità socio-economiche, che si manifestano con particolare acuità in ampie fasce del territorio e nelle aree interne, dove il fenomeno dello spopolamento aggrava ulteriormente le disuguaglianze.
Il recente Dossier sulle Povertà, elaborato da Caritas Campania sulla base di dati ufficiali Istat, Eurostat, Ministero della Salute, Agenas e Gimbe, e arricchito dall’esperienza diretta dei Centri di Ascolto diocesani, delinea un quadro preoccupante.

La regione si colloca al di sotto delle medie nazionali ed europee in termini di occupazione e reddito disponibile, con una spesa sanitaria pro capite significativamente inferiore (circa 320 euro in meno rispetto alla media nazionale, un deficit complessivo di oltre 1,7 miliardi di euro).

Questa disparità si traduce in un accesso disomogeneo ai servizi sanitari, con conseguenze tangibili sulla salute e sull’aspettativa di vita, quest’ultima inferiore di circa due anni rispetto alla media nazionale (80,9 contro 82,7 anni).
Il dato del 13,5% di cittadini che rinunciano alle cure, superiore al 9,9% nazionale, è emblematico di una situazione di profonda difficoltà.

L’indigenza assume molteplici forme: povertà assoluta, relativa, rischio di povertà o esclusione sociale, con un’incidenza complessiva che colpisce il 43,5% della popolazione campana.

Questa vulnerabilità è strettamente intrecciata alla precarietà del lavoro, alla scarsa offerta di opportunità formative e alla limitata mobilità sociale.

L’esigenza di un reddito minimo garantito, una misura standard nelle democrazie avanzate, si configura pertanto non solo come un imperativo etico ma anche come uno strumento cruciale per mitigare le disuguaglianze e favorire la coesione sociale.
Il dossier evidenzia, inoltre, criticità strutturali nel sistema sanitario regionale, quali lunghe liste d’attesa, carenza di personale qualificato e infrastrutture obsolete.
Questo scenario alimenta un crescente ricorso alla sanità privata, gravando ulteriormente sulle finanze familiari e ampliando il divario tra chi può permettersi cure adeguate e chi ne è escluso.
Nonostante un modesto incremento del reddito pro capite negli ultimi anni, il divario con la media nazionale resta ampio (18.500 euro in Campania contro i 31.000 euro nel resto del Paese), riflettendo una crescita economica insufficiente e una distribuzione iniqua delle risorse.

La necessità di politiche mirate, che favoriscano l’occupazione di qualità, l’innovazione tecnologica, la riqualificazione del territorio e la promozione dell’inclusione sociale, appare pertanto più urgente che mai.
La resilienza della comunità campana, testimoniata dall’impegno costante delle associazioni di volontariato e delle diocesi, rappresenta un punto di forza da valorizzare per affrontare le sfide future e costruire un futuro più equo e sostenibile per tutti.

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