Caritas: Ascolto, Dignità e Solidarietà, Oltre l’Assistenza

La Caritas non si configura come un’entità separata dalla Chiesa diocesana, bensì si manifesta come la sua incarnazione più tangibile, l’espressione viva della comunità credente.
Monsignor Davide Carbonaro, vescovo metropolita della Diocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, sottolinea come la Caritas sia le mani, il cuore, la stessa anima del Vescovo, proiettata nel tessuto sociale.

Il Rapporto Caritas 2024, pertanto, non è solo un resoconto di attività, ma un invito a una profonda riflessione sul significato stesso della povertà e dei modi in cui affrontarla.
Il rischio, ammonisce il Vescovo, risiede nell’approccio assistenzialistico, confinato alla mera erogazione di beni materiali.
La soluzione alla povertà non può essere trovata nella mera distribuzione di pacchi alimentari, un intervento puramente reattivo che rischia di generare dipendenza e di non affrontare le cause profonde del disagio.

L’approccio corretto, invece, implica un ascolto attivo e attento, un cammino condiviso di progettazione e un’educazione che promuova la reciprocità, l’impegno attivo e la consapevolezza del valore intrinseco di ogni persona.
Si tratta di un percorso che educa al “dare” e al “ricevere” non come atti isolati, ma come elementi costitutivi di una relazione umana autentica e solidale.

Monsignor Carbonaro precisa che la Caritas non è un mero ufficio amministrativo o un centro operativo focalizzato sulla gestione dei numeri relativi alla povertà.

È, in primis, un “Centro di Ascolto”, un luogo dove l’ascolto va oltre le parole, coinvolgendo l’empatia e la capacità di percepire le sofferenze più profonde, spesso silenziose.

In questo contesto, emerge la problematica delle povertà spirituali, che si manifestano, ad esempio, attraverso la solitudine emotiva che affligge famiglie e giovani, una piaga silenziosa che mina il senso di appartenenza e la resilienza individuale.
Il vescovo denuncia, inoltre, la “signoria del consumo”, un modello sociale che riduce l’individuo a una mera risorsa economica, un mero numero da sfruttare per il profitto, cancellando la sua unicità e la sua dignità.

L’impegno concreto della diocesi si traduce anche in azioni di solidarietà internazionale.

La raccolta fondi “Un pasto per Gaza” ha generato 53.144 euro, un segno tangibile di compassione e di sostegno a una comunità martoriata.

Citando il Cardinale Pizzaballa, il Vescovo sottolinea come tali gesti, pur di portata limitata, siano fondamentali per riaffermare la dignità umana e per alimentare la speranza in un futuro di pace e di riconciliazione, al di là delle divisioni e delle sofferenze attuali.

Si tratta di un atto di umanità che trascende le barriere geografiche e culturali, testimoniando la comune appartenenza alla famiglia umana.

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