Il caso Pierina Paganelli, anziana riminese assassinata nel suo box auto in via del Ciclamino, continua a tormentare la cronaca giudiziaria, con la cruciale questione delle registrazioni audio del sistema di videosorveglianza che si pone al centro del processo.
La consulenza tecnica d’ufficio del Tribunale di Rimini, resa nota alle parti coinvolte, ha stabilito l’impossibilità di attribuire le voci captate la sera del 3 ottobre, giorno dell’omicidio, e la mattina successiva, quando il corpo fu scoperto dalla nuora Manuela Bianchi, alla luce delle condizioni tecniche disastrose del segnale.
L’impossibilità di decifrare in modo univoco le voci registrate rappresenta un nodo cruciale nel processo che vede Louis Dassilva, legato sentimentalmente a Manuela Bianchi, unico indagato per l’omicidio.
L’incertezza aleggia sulla possibile identificazione dei parlanti, costringendo l’indagine a navigare tra ipotesi verosimili e scenari possibili.
La questione si riduce a una domanda centrale: chi ha pronunciato quelle parole nel tragico svolgimento degli eventi?La perizia tecnico-fonica, condotta dal consulente del Tribunale Massimo Visentin e dagli esperti del Ris di Roma Claudio Ciampini e Davide Zavattaro, ha esaminato a fondo i frammenti audio disponibili.
I risultati evidenziano una qualità del segnale drammaticamente insufficiente per qualsiasi tentativo di analisi comparativa.
La durata dei tratti vocali, la loro intensità e il rapporto tra segnale e rumore sono ben al di sotto dei requisiti minimi indispensabili per l’identificazione dei parlanti.
Questa conclusione contraddice in parte la precedente valutazione del perito della squadra mobile, che aveva inizialmente ipotizzato la presenza di voci maschili e femminili identificabili nella registrazione del ritrovamento del corpo.
La discrepanza nelle valutazioni sottolinea la complessità dell’analisi e l’estrema difficoltà di ricavare informazioni utili da un segnale così compromesso.
Il dibattimento in corte d’assise a carico di Louis Dassilva procede, con l’udienza del 16 dicembre dedicata alla discussione della perizia tecnica.
L’assenza di una chiara identificazione delle voci registrate lascia aperto un ventaglio di interpretazioni, rendendo la ricostruzione della dinamica dell’omicidio un’operazione particolarmente ardua e la ricerca della verità un percorso ostacolato da limiti tecnici imposti dalla qualità delle prove a disposizione.
La vicenda sottolinea come la tecnologia, pur in grado di fornire strumenti di indagine, possa anche presentare insidie e falle che ne compromettono l’efficacia nel processo di accertamento della giustizia.






