Castellitto e Zorro: un premio, una riflessione sul cinema.

Il gesto di Sergio Castellitto, ergersi dietro la macchina da presa per *Zorro*, non è una semplice direzione artistica, ma una forma di immersione totale in un universo narrativo plasmato dalla penna di Margaret Mazzantini.

Un universo che, per l’attore-regista, si rivela come un archetipo di immagini latenti, un terreno fertile per dissotterrare emozioni e riflessioni profonde.

Ricevendo la Stella della Mole, prestigioso riconoscimento del Museo del Cinema di Torino, Castellitto ne sottolinea la bellezza, quasi a volerne mitigare la potenziale durezza, la sua apparente fragilità espressa dalle punte, evidenziando la necessità di un’adeguata presentazione, una cura che si estende all’arte stessa.
*Zorro*, recuperato da uno spettacolo teatrale del 2004, si configura come un’indagine sulla figura dell’artista, un’esplorazione che conduce a una riflessione sull’esistenza stessa.

Castellitto, con una lucidità disarmante, equipara la condizione dell’artista a quella di un vagabondo, un *clochard*, un’esistenza precaria e marginale.
L’attore, in questa visione, è un nomade, un viandante che si muove tra diverse realtà, afflitto da un senso di inadeguatezza che trova effimero sollievo sotto i riflettori, per poi riaccendersi al calar del sipario e alla ripartenza.

Si rivela così una duplice solitudine: quella intrinseca alla creazione artistica e quella che il personaggio, in questo caso Zorro, incarna.

Per Castellitto, Zorro non è semplicemente un eroe, ma un principe, simbolo di una nobiltà d’animo che trascende il suo ruolo di giustiziere.

Il legame di Castellitto con Torino, città che definisce “unica”, si intreccia indissolubilmente con l’esperienza del Torino Film Festival.

Un evento che, pur mantenendo il suo carattere emotivamente intenso e la sua importanza culturale, ha subito una profonda evoluzione grazie all’impegno di Giulio Base e Enzo Ghigo, elevandosi a un polo di riferimento cruciale in un periodo storico segnato dalla crisi del cinema.
Dietro le luci e i red carpet, si cela una realtà più complessa: quella di un’industria cinematografica in difficoltà, una fragilità che non deve essere oscurata dall’apparenza di celebrazione che caratterizza i festival.
Riconoscere questa realtà, secondo Castellitto, è un dovere per chiunque ami il cinema e ne voglia preservarne la vitalità.
Il premio, la festa, sono effimeri, il sostentamento dell’arte è un impegno continuo.

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