mercoledì 15 Ottobre 2025
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Napoli

Castello di Cisterna: cocaina e disperazione, un futuro negato.

La scoperta, avvenuta a Castello di Cisterna, nel cuore del quartiere popolare costruito in base alla Legge 219 a Napoli, getta una luce cruda e angosciante sulle dinamiche sociali e sulla precarietà che affliggono alcune aree urbane.
Un quattordicenne, sorpreso dai carabinieri durante un controllo di routine, si è trovato a dover rispondere di possedere una quantità significativa di sostanze stupefacenti: ben quaranta dosi di cocaina, evidentemente destinate alla vendita al dettaglio, oltre a una somma contante di 470 euro, suddivisa in banconote di piccolo taglio.

L’episodio, più che una semplice questione di ordine pubblico, solleva interrogativi profondi sulla vulnerabilità dei minori esposti a un ambiente degradato, dove la ricerca di una fonte di reddito, seppur illegale, sembra diventare l’unica via d’uscita percepita.

La reazione del ragazzo, che ai militari ha espresso un senso di rassegnazione dichiarando di non vedere alternative per il proprio futuro, è particolarmente inquietante.
Questa affermazione, sebbene sintetica, suggerisce una mancanza di prospettive, un senso di disperazione che lo ha spinto verso attività criminali, sfruttato probabilmente da figure più grandi e radicate nel tessuto criminale locale.
La scoperta non si limita a denunciare la presenza di traffici di droga; essa punta il dito contro un sistema complesso di fattori che contribuiscono alla marginalizzazione dei giovani.
Si tratta di un intreccio di povertà, mancanza di istruzione, assenza di modelli positivi di riferimento, e, spesso, disfunzionalità familiari.
L’episodio è una fotografia impietosa di una realtà in cui la speranza sembra essersi spenta, e i giovani, privi di strumenti e di supporto, si trovano a navigare in un mare di insidie.

L’arresto e il successivo trasferimento del minore in un centro di prima accoglienza dei Colli Aminei rappresentano solo una misura emergenziale.
È necessario un intervento più ampio e strutturale che coinvolga istituzioni, associazioni del terzo settore, scuole e famiglie.
Un’azione concreta deve mirare a offrire ai giovani opportunità concrete di crescita, istruzione, formazione professionale, e, soprattutto, a restituire loro la fiducia nel futuro.

La storia del quattordicenne di Castello di Cisterna non è un caso isolato, ma un campanello d’allarme che richiede un’urgente riflessione e un cambio di rotta nelle politiche sociali e nell’attenzione verso le fasce più vulnerabili della popolazione.

Il rischio è quello di perpetuare un ciclo di povertà e criminalità che condanna intere generazioni a un destino segnato.

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