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domenica 16 Novembre 2025

Castello di Palma: Tra Storia, Dispute Legali e Futuro Incerto

Dominando l’orizzonte di Palma di Montechiaro, il Castello, un’imponente fortezza del Trecento, si erge come testimone silenzioso di secoli di storia siciliana.
Unico maniero della famiglia Chiaramonte a vantare una tale posizione strategica, a picco sul mare, il castello ha seguito un percorso ereditario complesso, passando dalle mani dei Moncada a quelle dei marchesi Bilotti Ruggi d’Aragona, fino a diventare fonte d’ispirazione per il celebre romanzo “Il Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, la cui famiglia possedeva il vicino Palazzo Ducale.
Oggi, l’edificio si trova al centro di una contesa legale intricata, che ne ha segnato profondamente il destino.

La disputa riguarda la proprietà del castello, che vede contrapporsi gli eredi della famiglia Bilotti Ruggi d’Aragona e il Comune di Palma di Montechiaro.

Quest’ultimo, dopo un atto di espropriazione, ha intrapreso lavori di restauro e manutenzione che hanno suscitato forti critiche, con il noto storico dell’arte Philippe Daverio che ne ha messo in discussione l’opportunità e l’adeguatezza.
Un punto di svolta significativo è arrivato con la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo, che ha dichiarato l’atto di espropriazione illegittimo.

La Corte di Strasburgo ha rilevato una violazione dell’articolo 1 del Protocollo addizionale alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU), che tutela il diritto alla proprietà.
Questa decisione si aggiunge a una precedente sentenza del Tar del 2005, che aveva già ordinato la restituzione del complesso monumentale alla società Vallesinella, di proprietà di Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, discendente diretto di Pietro III d’Aragona e Costanza di Svevia, erede dei diritti normanni svevi sulla Sicilia, e nipote dell’Imperatore Federico II, incarnando un legame profondo con il passato normanno e svevo dell’isola.

Secondo Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, il Comune, ignorando la sentenza del Tar, ha proseguito nell’occupazione del castello, appoggiandosi a un articolo del testo unico sull’esproprio poi dichiarato incostituzionale.
La sentenza della Corte Europea evidenzia come, alla luce di queste circostanze, non sia stata garantita una procedura di espropriazione conforme alle norme.
Questo ha portato la Corte a riconoscere una violazione dell’articolo 1 del protocollo n. 1 della Convenzione.
Nonostante la sentenza europea, il futuro del castello rimane incerto.

Attualmente inaccessibile al pubblico, l’edificio non è stato trasformato nel museo che l’amministrazione comunale aveva inizialmente promesso.

Questo contrasta con le aspettative e con la disponibilità espressa da Roberto Bilotti Ruggi d’Aragona, che avrebbe potuto valorizzare il castello ospitando la sua prestigiosa collezione archeologica, integrando così la visita al maniero nel circuito turistico che collega la Valle dei Templi a Piazza Armerina, offrendo un’esperienza culturale più ricca e completa.
La collezione, che spazia da vasi greci a reperti delle culture siciliote come Castelluccio, Centuripe e i bronzi di Gela, testimonia la millenaria storia e la profonda identità culturale della Sicilia.

Il castello, quindi, si configura non solo come un edificio storico, ma anche come un potenziale catalizzatore di sviluppo turistico e culturale per l’intera regione.

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