Chivasso, attacco all’Alberghiero: rabbia, bullismo e sicurezza a rischio.

0
12

Il crollo di una soglia, la violazione di un perimetro protetto: venerdì 7 novembre, l’Istituto Alberghiero “Ubertini” di Chivasso, luogo di formazione e crescita, è stato teatro di un episodio che ha squarciato la tranquillità della comunità scolastica, sollevando interrogativi urgenti sulla sicurezza e sulla vulnerabilità degli spazi educativi.
Un uomo, Bruno C.
, cinquantenne con precedenti ai suoi carico, ha fatto irruzione nell’istituto brandendo un’ascia, proferendo minacce di violenza che hanno immediatamente generato paura e sgomento tra studenti e personale.
L’evento, lungi dall’essere un mero episodio isolato, si configura come il culmine di una situazione di disagio latente, un campanello d’allarme che invita a una riflessione più profonda.
La ricostruzione degli eventi suggerisce una spirale di bullismo e marginalizzazione, con Bruno C.
che, da tempo, subirebbe atti di scherno e derisione da parte di alcuni allievi.
Questi gesti, apparentemente banali, si sarebbero accumulati nel tempo, erodendo la sua stabilità emotiva fino a farlo precipitare in un momento di rottura.
L’ascia diventa, in questo contesto, il simbolo di una rabbia repressa, di una frustrazione che esplode in una manifestazione di violenza verbale e potenziale.
La facilità con cui l’uomo è entrato nell’istituto – nessuna barriera fisica, nessun controllo di accesso – è un elemento critico che evidenzia una lacuna nella sicurezza strutturale della scuola.
L’La risposta all