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venerdì 21 Novembre 2025

Chivasso, Inganno Online: Arrestati per Tentata Estorsione

Un episodio di inganno e coercizione ha scosso la quiete di Chivasso, in provincia di Torino, portando all’arresto di due giovani, rispettivamente di Strambino e Romano Canavese, di 22 e 17 anni.
L’accusa è di tentata estorsione, un crimine che si è consumato attraverso una sofisticata operazione di manipolazione emotiva e sfruttamento della vulnerabilità altrui.
L’uomo, di 61 anni, ignaro di trovarsi di fronte a una trappola premeditata, si è convinto di aver stabilito un contatto online con una giovane donna attraverso una piattaforma di incontri.

L’apparente innocenza della situazione si è rapidamente trasformata in un’esperienza traumatica, orchestrata con precisione dai due ragazzi.
La dinamica dell’inganno è complessa: i due arrestati, agendo sotto falsa identità, hanno simulato un rapporto virtuale con la vittima, sfruttando l’illusione di una connessione personale per guadagnare la sua fiducia.

Una volta organizzato l’incontro in un parco di Chivasso, il loro piano si è concretizzato: la richiesta di denaro, accompagnata da minacce velate.

I giovani, consapevoli della paura che potevano suscitare, hanno minacciato di denunciare l’uomo alle autorità, insinuando che la presunta ragazza minorenne coinvolta nella messaggistica online potesse essere a rischio.
L’intervento dei Carabinieri, tempestivo e discreto, ha interrotto la scena, impedendo il compimento pieno del crimine.
La vittima, messa di fronte alla verità, ha assistito all’arresto dei due ragazzi, sconvolta dall’inganno subito.
La vicenda solleva interrogativi profondi sulla sicurezza delle piattaforme di incontri online e sulla necessità di una maggiore consapevolezza dei rischi connessi a queste interazioni virtuali.
L’utilizzo di identità false e la manipolazione psicologica rappresentano strumenti sempre più sofisticati nelle mani di chi intende approfittare della fiducia altrui.
Dopo la convalida dell’arresto, i due giovani sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa del prosseguimento delle indagini, coordinate dalla Procura di Ivrea.

Le autorità competenti stanno ora esaminando attentamente la situazione per accertare se si tratti di un episodio isolato o parte di un disegno più ampio, volto a estorcere denaro ad altri ignari utenti di piattaforme online.
La Procura di Ivrea ha avviato ulteriori accertamenti per verificare la presenza di altri casi simili, con l’obiettivo di ricostruire la rete di relazioni che potrebbe essere stata creata dai due arrestati e di prevenire ulteriori raggiri.

L’incidente sottolinea la crescente necessità di educazione digitale e di consapevolezza sui pericoli online, specialmente per gli utenti più vulnerabili.

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