I comitati civici nati in opposizione alla circonvallazione ferroviaria di Trento hanno recentemente intensificato il dialogo con il Consiglio provinciale, presentando un articolato pacchetto di istanze e sollecitando un nuovo confronto entro il gennaio 2026.
L’incontro, carico di implicazioni ambientali e sanitarie, riflette una crescente preoccupazione della comunità locale per le conseguenze della presenza di siti di bonifica (SIN) e delle procedure relative alla circonvallazione.
Le richieste dei comitati si concentrano su una strategia multifattoriale per mitigare i rischi ambientali e tutelare la salute pubblica.
In primo luogo, viene avanzata l’urgente necessità di rafforzare la protezione idraulica a sud dello stabilimento ex Sloi, in area Sequenza, attraverso la realizzazione di una barriera specifica volta a contenere la diffusione di inquinanti a base di piombo organico.
Parallelamente, si richiede un potenziamento della barriera idraulica già esistente a valle dell’ex Carbochimica, un intervento cruciale per prevenire ulteriori contaminazioni del suolo e delle acque.
Un elemento centrale del confronto riguarda la cosiddetta “trasparenza idraulica”, un processo che i comitati giudicano inadeguato e potenzialmente dannoso.
Viene formalmente richiesta al Consiglio provinciale di esprimere un atto deliberativo di netta contrarietà a tali modalità di realizzazione, considerate insufficienti a garantire la sicurezza e la tutela dell’ambiente.
L’accesso all’informazione e la sensibilizzazione della cittadinanza rappresentano un’altra priorità.
Il Consiglio provinciale è chiamato a farsi carico della diffusione e comunicazione dei risultati del rapporto “Sentieri”, un documento che evidenzia i gravi impatti sulla salute derivanti dalla mancata bonifica del SIN di Trento nord.
La trasparenza informativa è considerata un diritto fondamentale per consentire ai cittadini di comprendere appieno i rischi e partecipare attivamente alle decisioni che li riguardano.
Il rapporto “Sintesi”, un’indagine epidemiologica su venti SIN distribuiti in tutta Italia, tra cui quello di Trento nord, riveste un ruolo chiave nella valutazione della situazione.
L’ultimazione dell’indagine, prevista per giugno 2026, costituisce un momento decisivo per la comprensione degli effetti sulla salute e per la definizione di interventi mirati.
Il Consiglio provinciale è sollecitato a rendere noto lo stato di avanzamento dei lavori e i risultati ottenuti.
Infine, i comitati esprimono una forte richiesta di responsabilizzazione nei confronti del Consorzio Tridentum e di Rfi, con l’auspicio che il Consiglio provinciale stigmatizzi pubblicamente i comportamenti non conformi alle normative ambientali che sono stati riscontrati.
Questo atto simbolico mira a rafforzare la cultura della sostenibilità e a promuovere pratiche più responsabili nella gestione del territorio.
L’obiettivo ultimo è quello di proteggere la salute dei cittadini e preservare l’ambiente per le generazioni future, promuovendo un modello di sviluppo che integri le esigenze economiche con la tutela del patrimonio naturale.








