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giovedì 6 Novembre 2025

Como, polemiche sui dehors: turismo, legalità e futuro in bilico

La recente decisione del sindaco di Como, Alessandro Rapinese, amministratore indipendente eletto nel 2022, di disporre la rimozione dei dehors – estensioni esterne dei pubblici esercizi – durante i mesi più caldi, ha innescato un acceso dibattito che trascende la mera questione urbanistica, toccando temi cruciali come la gestione del turismo, l’applicazione della legalità e le dinamiche socio-economiche di una città in trasformazione.

La delibera, motivata dalla necessità di allineare la gestione del suolo pubblico con la normativa nazionale e con un’ottica di riordino urbano, ha riacceso polemiche latenti.

Rapinese ha criticato, con toni espliciti, la precedente situazione, definendola una sorta di “deriva permissiva” che aveva compromesso la vivibilità della città e generato disparità nell’applicazione delle tasse.

L’accusa implicita è quella di una precedente amministrazione che, in una sorta di tacito accordo, aveva tollerato occupazioni abusive e irregolarità che hanno contribuito a creare una percezione di impunità.
L’opposizione, rappresentata in particolare dai vertici locali di Fratelli d’Italia, non contesta la legittimità della normativa che regola i dehors – riconosciuti come elementi che possono contribuire all’attrattività della città – ma lamenta le modalità di attuazione.

La critica si focalizza sull’interpretazione restrittiva della legge, considerata una misura punitiva nei confronti degli esercenti, piuttosto che un’azione volta a garantire un ordine urbano condiviso.
Si sostiene che la decisione, anziché favorire una soluzione equilibrata, rischia di danneggiare economicamente le attività commerciali e compromettere l’immagine turistica di Como.
Il fenomeno, più ampio della semplice rimozione dei dehors, riflette una problematica ben più complessa: l’overtourism.
Il lago di Como, con le sue suggestioni paesaggistiche e la sua crescente popolarità, sta vivendo un’impennata di flussi turistici, con un incremento significativo delle spese generate – ben il 17% nel 2024, per un totale di circa 4,5 milioni di presenze.
Questa concentrazione di visitatori, sebbene porti indubbi vantaggi economici, crea anche forti pressioni sulla città, accentuando la scarsità di spazi pubblici, aumentando i disagi per i residenti e mettendo a dura prova i servizi essenziali.
La questione dei dehors si configura quindi come un sintomo di una gestione turistica più ampia che richiede una riflessione approfondita.
È necessario trovare un equilibrio tra le esigenze di sviluppo economico, la tutela del patrimonio culturale e la qualità della vita dei residenti.

Ciò implica non solo una revisione delle normative relative all’occupazione del suolo pubblico, ma anche un approccio integrato che preveda investimenti in infrastrutture, promozione di un turismo più sostenibile e coinvolgimento attivo della comunità locale nella definizione delle strategie di sviluppo territoriale.
La sfida per l’amministrazione Rapinese, e per la città di Como nel suo complesso, è quella di trasformare la bellezza del lago in un motore di prosperità equa e duratura, preservando l’identità e il benessere della comunità.

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