Durante la discussione consiliare che ha visto protagonista Conerobus, l’azienda di trasporto pubblico locale anconetana in stato di difficoltà finanziaria, l’assessore al Bilancio e ai Rapporti con Conerobus, Giovanni Zinni, ha escluso la possibilità di stanziamenti comunali per compensare le perdite del 2024, ribadendo che la responsabilità del risanamento aziendale ricade interamente sulla società stessa.
Questa affermazione giunge in un contesto di crescente tensione, segnata dalla minaccia di uno sciopero sindacale, il terzo in pochi mesi, a testimonianza della profonda incertezza che grava sul futuro dell’azienda e sulla continuità del servizio alla comunità.
La proposta di ordine del giorno, presentata dal consigliere Giacomo Petrelli (Partito Democratico) e sostenuta da tutti i consiglieri di opposizione, mirava a bloccare l’utilizzo dell’abbattimento del capitale sociale per coprire le perdite e a reinserire nel bilancio di previsione del 2026 l’accantonamento per le partecipate precedentemente in vigore.
Questa iniziativa, volta a tutelare l’interesse pubblico e a evitare tagli drastici, è stata tuttavia respinta, innescando un acceso confronto politico.
L’assessore Zinni ha contestato aspramente l’azione dell’opposizione, accusandola di adottare una linea ideologica che penalizzerebbe l’intera cittadinanza.
Secondo l’assessore, qualsiasi riduzione delle spese correnti, anche se finalizzata al risanamento aziendale, si tradurrebbe in una diminuzione dei servizi a disposizione dei cittadini, anche di coloro che non utilizzano i mezzi pubblici.
Zinni ha inoltre sottolineato l’impegno dell’amministrazione a promuovere un percorso di risanamento interno a Conerobus, esprimendo la volontà di valutare successivamente eventuali investimenti di capitale sociale.
L’obiettivo primario, a suo dire, è la salvaguardia della forza lavoro e della stabilità occupazionale.
La risposta del consigliere Petrelli è stata altrettanto veemente.
Ha respinto l’accusa di sprecare risorse pubbliche, evidenziando come il piano di risanamento aziendale, pur lodato in linea di principio, stia in realtà gravando in modo significativo sia sull’utenza che sui lavoratori, attraverso la riduzione delle corse, il blocco del ricambio generazionale e l’attivazione del fondo di solidarietà, misure che testimoniano la precarietà della situazione.
La discussione ha messo a galla le divergenze profonde tra maggioranza e opposizione riguardo alla gestione di una complessa situazione aziendale, evidenziando la necessità di trovare soluzioni sostenibili che coniughino il risanamento finanziario con la tutela dei diritti dei lavoratori e la garanzia di un servizio pubblico efficiente e accessibile a tutti i cittadini.
L’incertezza sul futuro di Conerobus rimane alta, e le prossime mosse dell’amministrazione comunale saranno cruciali per evitare un ulteriore aggravamento della crisi e per preservare la continuità del servizio di trasporto pubblico nell’area anconetana.







