L’interrogativo lanciato dall’esponente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, nell’emiciclo parlamentare, trascende la mera polemica politica.
Esso solleva una questione di principio che riguarda l’integrità del sistema democratico e la gestione responsabile delle risorse pubbliche: come conciliare la dichiarata avversione alla corruzione con l’inerzia di fronte a gravi accuse che gravano su organi di governo, in questo caso sulla giunta siciliana?L’episodio a cui fa riferimento Conte, il coinvolgimento di esponenti della giunta in inchieste per corruzione e, specificamente, le accuse di manipolazione degli appalti nel settore sanitario, rimanda a una problematica strutturale che affligge l’Italia da decenni.
Non si tratta di un fenomeno marginale, ma di un sistema di deviazioni che erode il capitale sociale, ostacola la crescita economica e mina la fiducia dei cittadini nelle istituzioni.
La connessione implicita con il caso di Raffaele Cuffaro, ex presidente della regione Sicilia condannato per concussione e corruzione, suggerisce un senso di stanchezza e frustrazione nei confronti di un ciclo di scandali che sembra ripetersi all’infinito.
La domanda posta non è tanto un’accusa diretta, quanto una richiesta di coerenza e di applicazione rigorosa dei principi costituzionali.
Il nodo cruciale risiede nella necessità di una risposta che vada oltre la mera reazione emergenziale.
L’azzeramento della giunta, pur potendo rappresentare una soluzione immediata, non è di per sé sufficiente a risolvere il problema alla radice.
È indispensabile un approccio sistemico che affronti le cause profonde della corruzione, quali la mancanza di trasparenza, la complessità burocratica, la debolezza dei controlli e la connivenza tra politica, affari e criminalità organizzata.
Occorre promuovere una cultura della legalità e della responsabilità, rafforzando il ruolo della magistratura, degli organi di controllo e della società civile.
È fondamentale investire in formazione e sensibilizzazione, promuovendo l’etica pubblica e il whistleblowing. La digitalizzazione dei processi amministrativi e l’adozione di strumenti di open data possono contribuire a rendere più trasparenti le decisioni e a prevenire abusi.
Inoltre, è necessario un profondo ripensamento del sistema di finanziamento dei partiti e di controllo delle lobbies, al fine di ridurre le distorsioni che possono influenzare le scelte politiche.
La lotta alla corruzione non può essere confinata alla sfera del singolo episodio, ma deve diventare un impegno costante e condiviso da tutti gli attori della società.
L’interrogazione di Conte, dunque, si traduce in un appello a un cambio di paradigma, un invito a superare l’indifferenza e l’inerzia, per abbracciare una visione di una Sicilia e di un’Italia più giuste, trasparenti e responsabili.
Un’Italia in cui la fiducia dei cittadini nelle istituzioni non sia più compromessa da ombre di corruzione, ma si fondi sulla certezza del rispetto della legalità e della meritocrazia.






