La firma odierna del Contratto di Fiume delle Valli del Noce e del Sinni, avvenuta nella Sala Inguscio della Regione Basilicata, segna un punto di svolta strategico per la regione, inaugurando un approccio inedito alla gestione del territorio e delle risorse idriche.
Il patto, più che un accordo amministrativo, rappresenta la formalizzazione di una visione olistica e partecipata, che integra la tutela ambientale con lo sviluppo socio-economico locale.
Questo traguardo, maturato in un percorso decennale avviato nel 2012 con l’adesione regionale alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume, non è un evento isolato, ma l’epilogo di un impegno strutturale.
Il Piano Paesaggistico Regionale, con le sue Linee Guida dedicate all’attuazione dei Contratti di Fiume, ha fornito il quadro normativo e programmatico per questo processo, cristallizzando un approccio che riconosce la centralità degli ecosistemi fluviali per la resilienza e la prosperità della regione.
L’Assessora all’Ambiente e alla Transizione Energetica, Laura Mongiello, ha sottolineato come il Contratto di Fiume costituisca un vero e proprio “patto territoriale”, focalizzato sulla valorizzazione dell’acqua come bene comune essenziale.
Si tratta di un modello innovativo di governance che trascende le tradizionali logiche settoriali, promuovendo la sinergia tra enti pubblici, comunità locali, imprese e associazioni ambientaliste.
L’approccio partecipativo, alla base del contratto, mira a costruire una fiducia reciproca e una responsabilità condivisa per la gestione sostenibile delle risorse idriche, riconoscendo il ruolo cruciale delle comunità locali come custodi del territorio.
La Basilicata, attraverso questo primo processo pilota regionale, si posiziona all’avanguardia nell’implementazione delle politiche europee in materia di risorse idriche.
Il Contratto di Fiume, infatti, si allinea agli obiettivi di tutela ambientale e di transizione ecologica definiti a livello comunitario, adattandoli alle specifiche caratteristiche del territorio lucano.
Questo significa integrare la gestione delle acque con la prevenzione del rischio idrogeologico, la promozione dell’agricoltura sostenibile, la tutela della biodiversità e lo sviluppo del turismo ecocompatibile.
Il successo di questa iniziativa si fonda sulla capacità di creare un ecosistema virtuoso, in cui le competenze tecniche regionali, il coinvolgimento attivo degli enti locali e il partenariato economico-sociale si integrano per raggiungere obiettivi comuni.
La prospettiva è quella di estendere questo modello di governance partecipata ad altri bacini regionali, consolidando un approccio integrato e sostenibile alla gestione del territorio e delle risorse idriche, in linea con i principi della transizione ecologica e della resilienza climatica.
Il Contratto di Fiume, quindi, non è solo un accordo, ma l’inizio di una nuova era per la Basilicata, un percorso di crescita condivisa e di tutela del patrimonio naturale e culturale.






