La decisione della Corte Costituzionale rappresenta un punto di svolta cruciale nel dibattito sul turismo e la gestione del suo impatto territoriale, confermando la validità della legge regionale toscana n. 61 del 2024 e aprendo la strada a un approccio più proattivo nella regolamentazione del settore.
Il ricorso presentato dal Governo, volto a contestare la legittimità costituzionale di specifiche disposizioni contenute nel testo unico del turismo, è stato respinto in modo netto, giudicando infondate le argomentazioni relative alla presunta violazione degli articoli 3 (uguaglianza), 41 (iniziativa economica), 42 (proprietà privata) e 117 (tutela delle risorse del Paese) della Costituzione.
Questa sentenza non è solo una vittoria per la Regione Toscana, ma anche un segnale importante per tutte le aree del Paese che si confrontano con le sfide dell’overtourism e della sua conseguente pressione sulle infrastrutture, sui servizi e sull’identità culturale.
La legge regionale toscana, infatti, si distingue per la sua ambizione di bilanciare lo sviluppo economico legato al turismo con la necessità di salvaguardare la qualità della vita delle comunità locali e la conservazione del patrimonio ambientale e artistico.
Un elemento distintivo della legge è l’attenzione rivolta ai Comuni che si trovano in prima linea nell’accoglienza turistica, spesso gravati da un aumento sproporzionato di strutture ricettive come bed e breakfast, affitti brevi e affittacamere.
La normativa prevede strumenti specifici per supportare questi territori, offrendo loro un quadro normativo più definito per gestire i flussi turistici, regolamentare l’offerta di alloggi e mitigare gli effetti negativi dell’overtourism.
Questi strumenti possono includere limiti all’autorizzazione di nuove strutture, incentivi per la riqualificazione del patrimonio esistente, misure per la promozione di un turismo più sostenibile e responsabile, e la creazione di sistemi di monitoraggio dei flussi turistici.
La decisione della Corte Costituzione legittima, inoltre, l’intervento legislativo regionale in un’area tradizionalmente considerata di competenza statale, sottolineando la necessità di adattare la normativa alle specificità territoriali e alle esigenze delle comunità locali.
Questa sentenza incoraggia altre regioni a seguire l’esempio toscano, sperimentando soluzioni innovative per gestire il turismo in modo più equilibrato e sostenibile, promuovendo un modello di sviluppo che valorizzi le risorse locali, preservi l’ambiente e migliori la qualità della vita per tutti.
Il dibattito è aperto: ora si tratta di tradurre in pratica le potenzialità della legge, garantendo un’applicazione efficace e un costante monitoraggio degli impatti, per un turismo veramente a beneficio del territorio e dei suoi abitanti.






