L’accesso al credito bancario per le imprese umbre ha subito una contrazione prolungata e strutturale, un fenomeno che trascende le fluttuazioni congiunturali e si consolida nel tempo, come emerge da un’analisi approfondita condotta dalla Camera di Commercio dell’Umbria, basata sui dati ufficiali della Banca d’Italia.
Non si tratta di un semplice aggiustamento post-pandemico, bensì di una tendenza consolidata che impatta profondamente sull’economia regionale, anticipando e amplificando le difficoltà che gravano sul tessuto produttivo.
L’analisi, che si concentra sui dati reali – depurati dall’inflazione per rappresentare accuratamente la capacità di finanziamento effettiva – rivela una progressiva erosione delle risorse disponibili per le imprese umbre.
La contrazione, anno dopo anno, ha raggiunto livelli allarmanti: rispetto al 2019, anno di riferimento pre-pandemico, il credito reale erogato alle imprese umbre si è contratto del 28,3% nel secondo trimestre 2025, e addirittura del 36,6% estendendo il confronto al 2018.
Questo dato, significativamente peggiore della media nazionale e delle regioni limitrofe, evidenzia una vulnerabilità intrinseca all’economia umbra.
La discesa non è stata lineare, ma si è manifestata attraverso diverse fasi.
L’iniziale ripresa post-Covid, sostenuta da politiche monetarie espansive, si è rivelata effimera.
L’aumento dei tassi di interesse a partire dal 2022 ha accelerato il processo di irrigidimento, mentre la successiva riduzione dei tassi, contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, non ha generato un corrispondente rilancio del credito.
Questo comportamento anomalo suggerisce una crisi di fiducia più profonda, che non può essere risolta con semplici interventi monetari.
In termini di volumi, l’entità della perdita è tangibile: quasi 3,5 miliardi di euro di credito reale sono andati persi tra il 2019 e il 2025.
Questa carenza di liquidità incide direttamente sulla capacità delle imprese di investire, innovare e creare occupazione, alimentando un circolo vizioso di stagnazione economica.
La situazione attuale richiede un’azione concertata e di ampio respiro.
È imperativo ricostruire la fiducia tra il sistema bancario e le imprese umbre, promuovendo un dialogo costruttivo e trasparente che favorisca la ripresa degli investimenti.
Si rende necessario, altresì, un’analisi approfondita delle cause profonde di questa crisi di credito, che vanno al di là dei meri indicatori macroeconomici.
Si tratta di un problema strutturale che richiede soluzioni innovative e mirate, capaci di stimolare la crescita sostenibile e duratura dell’economia umbra, riducendo la sua dipendenza da fattori esterni e rafforzando la sua resilienza.
In sintesi, si tratta di una sfida strategica per il futuro dell’Umbria, che esige un impegno condiviso da parte di istituzioni, banche e imprese.






