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martedì 4 Novembre 2025

Cuneo, scandalo in un centro: indagine su maltrattamenti a giovani disabili.

L’ombra di un’indagine complessa si è abbattuta sul territorio cuneese, sconvolgendo la comunità e sollevando interrogativi profondi sulla tutela delle persone vulnerabili.

Emanuela Bernardis e Marilena Cescon, rispettivamente direttrice e coordinatrice di un centro diurno dedicato all’accoglienza di giovani con autismo e disabilità intellettiva, si trovano attualmente in custodia cautelare in carcere.
La loro detenzione rappresenta un capitolo drammatico all’interno di un’inchiesta che coinvolge la cooperativa sociale “Per Mano” e che ha portato a una serie di provvedimenti restrittivi nei confronti di diversi individui.
L’arresto delle due donne non è un evento isolato, bensì il seguito di un’indagine più ampia che ha messo a luce dinamiche preoccupanti all’interno della struttura.
Il primo rinvio a giudizio aveva già delineato un quadro inquietante, fatto emergere da testimonianze che descrivono un ambiente caratterizzato da una profonda atmosfera di sopraffazione e un generalizzato stato di degrado.

Non si tratta di episodi sporadici, ma di una reiterata violazione dei diritti fondamentali dei ragazzi accolti.
Le accuse mosse a carico degli indagati – e in particolare a Bernardis e Cescon – vanno ben oltre la semplice trascuratezza.
Si parla di maltrattamenti, di umiliazioni verbali perpetrate in modo sistematico, e di punizioni arbitrarie, applicate senza alcun criterio pedagogico o terapeutico.

Queste azioni, ripetute nel tempo, avrebbero compromesso gravemente il benessere psicologico e l’evoluzione dei giovani ospiti, minando la loro capacità di relazionarsi positivamente con il mondo.
La vicenda solleva questioni cruciali riguardo alla responsabilità delle strutture dedicate all’accoglienza di persone con disabilità.

Quali sono i meccanismi di controllo e supervisione che dovrebbero garantire la sicurezza e la dignità di chi è affidato a tali realtà? Come si può prevenire il formarsi di dinamiche di potere distorte e abusive, capaci di trasformare un luogo di cura e supporto in un ambiente di sofferenza e oppressione?Oltre alle accuse specifiche nei confronti di Bernardis e Cescon, l’indagine ha portato alla disposta di misure cautelari domiciliari e divieti di avvicinamento per altri individui, alcuni sottoposti a controllo con braccialetto elettronico.

Questo quadro variegato di provvedimenti suggerisce la complessità della situazione e la necessità di un’analisi approfondita delle responsabilità di tutti coloro che, a vario titolo, erano coinvolti nella gestione della cooperativa.
La vicenda rappresenta un campanello d’allarme per l’intero sistema di supporto alle persone con disabilità, evidenziando la fragilità dei meccanismi di controllo e la necessità di rafforzare le misure di tutela.
È imperativo che l’inchiesta faccia piena luce su dinamiche e responsabilità, e che vengano attuate azioni concrete per garantire che simili abusi non si ripetano, preservando la dignità e il diritto a una vita serena per tutti i ragazzi accolti nelle strutture dedicate.
L’attenzione della magistratura e della società civile è ora focalizzata sul definire i contorni di questa drammatica vicenda e sulle implicazioni che essa comporta per il futuro dell’assistenza alle persone vulnerabili.

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