Un quattordicenne, vittima di una lussazione del gomito durante un’intensa partita di calcio, ha sperimentato in prima persona l’efficienza di un modello innovativo di gestione delle emergenze ortopediche presso il Pronto Soccorso di Paola.
L’intera vicenda, dalla prima valutazione clinica all’imobilizzazione definitiva e alle dimissioni, si è conclusa in meno di un’ora, un dato significativo che testimonia una riorganizzazione strutturale e collaborativa all’interno dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza.
L’evento, apparentemente ordinario, incarna la realizzazione di un approccio integrato tra il Pronto Soccorso e il reparto di Ortopedia dell’ospedale spoke di Cetraro-Paola.
Questa sinergia permette ai pazienti affetti da traumi ortopedici di ricevere una cura completa e tempestiva, evitando dispersioni di tempo e risorse all’interno della struttura ospedaliera.
L’esempio concreto si fonda sul principio del “fast track” ortopedico, un percorso dedicato attivo quotidianamente dalle otto del mattino alle otto di sera.
Questo modello di cura, focalizzato sulla rapidità e l’efficienza, prevede una selezione accurata dei pazienti attraverso il triage, garantendo l’accesso diretto a un ortopedico specializzato all’interno del Pronto Soccorso.
La presenza di una sala gessi dedicata e di personale altamente qualificato consente una riduzione significativa dei tempi di attesa e alleggerisce il carico di lavoro complessivo dell’area di emergenza.
Questa organizzazione, come sottolineano il Dott. Massimo Candela, Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Ortopedia e Traumatologia, e la Dott.ssa Orsola Sguglio, Direttrice dell’Unità Operativa Complessa di Medicina e Chirurgia di Accettazione e Urgenza, nasce da una profonda collaborazione tra i reparti di Ortopedia e Pronto Soccorso.
Il risultato è la possibilità di offrire ai pazienti risposte rapide, appropriate e coordinate, con un impatto positivo sulla gestione complessiva degli accessi e un miglioramento del servizio offerto alla collettività.
L’implementazione di questo modello non solo ottimizza la cura del singolo paziente traumatizzato, ma si configura come un investimento strategico per l’intera rete sanitaria, promuovendo un’assistenza più efficiente e centrata sulle esigenze del paziente, riducendo al contempo i costi indiretti legati alle lunghe attese e ai trasferimenti inter-reparti.
Il caso del quattordicenne rappresenta, dunque, un esempio concreto di come la collaborazione e l’innovazione possano migliorare significativamente la qualità dell’assistenza sanitaria.






