La recente approvazione di un emendamento alla legge di stabilità regionale in Marche solleva interrogativi significativi sulla gestione e l’indirizzo politico dell’Ente Regionale per l’Abitazione Pubblica (Erap).
La decisione, presa dal Consiglio Regionale con una maggioranza di 17 voti favorevoli e nove astenuti, prevede lo scioglimento anticipato del consiglio di amministrazione esistente, aprendo la strada a una nuova nomina del presidente e dell’intero organico amministrativo con un’accelerazione di quasi un anno rispetto al previsto.
Questa mossa, pur presentata come un allineamento formale tra la durata dell’organo amministrativo e la legislatura che lo nomina, innesca un acceso dibattito politico.
I consiglieri regionali Maurizio Mangialardi e Fabrizio Cesetti, esponenti del Partito Democratico, hanno espresso riserve e critiche durante la seduta dell’Assemblea Legislativa, evidenziando come la decisione, sebbene concettualmente corretta, fosse dovuta in precedenza.
Le loro osservazioni vanno oltre la semplice questione temporale, rivelando una più profonda preoccupazione: l’assenza di una politica abitativa efficace e coerente a livello regionale.
La decisione di sciogliere l’attuale CDA non è percepita come una mera riorganizzazione amministrativa, ma come un sintomo di un problema strutturale più ampio, ovvero un vuoto di programmazione e azione nel settore dell’edilizia sociale e del sostegno all’accesso alla casa per le fasce più deboli della popolazione.
L’intervento di Mangialardi, in particolare, qualifica la manovra come una chiara ammissione del fallimento delle politiche abitative finora implementate dalla Regione.
La nuova composizione del CDA, quindi, non appare come un’opportunità per un rinnovato slancio, ma come un tentativo di arginare una crisi già in atto, senza però affrontare le cause profonde.
Questa decisione mette in discussione la capacità della Regione di rispondere alle crescenti esigenze abitative della popolazione marchigiana, in un contesto socio-economico sempre più complesso e segnato da disuguaglianze.
Si apre, quindi, un interrogativo cruciale: quale sarà la visione e le strategie che guideranno l’azione del nuovo CDA, e come si tradurranno in concrete politiche abitative per i cittadini delle Marche? L’attenzione è ora focalizzata sulla composizione del nuovo organo amministrativo e sulle priorità che verranno definite, auspicando un cambio di passo reale e una politica abitativa realmente orientata al bene comune.







