Eternity: L’Aldilà è una Scelta d’Amore e di Esistenza

Eternity: Quando l’Aldilà Diventa una Scelta d’Amore e di Esistenza”Cosa scegli: l’amore che ha tessuto la trama della tua quotidianità, o la fiamma primigenia che ha illuminato la giovinezza?” Una domanda universale, carica di rimpianti e di speranze, che si fa ancora più acuta quando la risposta deve essere data al di là del confine della vita, un bivio esistenziale irrevocabile.

Questo è il fulcro di *Eternity*, l’opera d’apertura della 43ª edizione del Torino Film Festival, distribuita nelle sale italiane il 4 dicembre da I Wonder Pictures.

Il film, firmato dal regista irlandese David Freyne e prodotto da A24 e Apple, introduce Joan (interpretata da una Elizabeth Olsen in stato di grazia), una donna appena scomparsa, che si ritrova catapultata in un aldilà paradossalmente burocratico e commercializzato.
Qui, le anime defunte non attendono un giudizio divino, ma sono sottoposte a un processo di “personalizzazione” dell’eternità, previa la scelta del proprio amore eterno.
Un’offerta allettante, resa ancora più complessa dalla presenza di un primo amore, attesa fedelmente per ben sessantasette anni, pronto a offrirle un futuro mai vissuto.

*Eternity* si configura come una *romantic comedy* intrisa di malinconia e ironia, un’opera che mescola il sublime e il grottesco con un’abilità sorprendente.

Attraverso sequenze oniriche e incontri goffi e indimenticabili, il triangolo amoroso si fa sempre più intenso, costringendo Joan a confrontarsi con il peso delle scelte e con la fragilità della memoria.
La narrazione si sviluppa come un’indagine profonda sulle vie non intraprese, sulle occasioni perdute e sul significato dell’amore nella sua forma più pura.
Il cast stellare, che include Miles Teller, Callum Turner, Da’Vine Joy Randolph (reduce dal Premio Oscar per *The Holdovers*) e l’eclettico John Early, contribuisce a creare un’atmosfera vibrante e coinvolgente.
La regia di Freyne, ispirata ai classici della commedia romantica come Billy Wilder e Preston Sturges, ma con un’impronta stilistica contemporanea, riesce a bilanciare sapientemente l’umorismo e la riflessione.
Il film non si limita a esplorare le dinamiche di un amore eterno, ma si addentra in interrogativi più ampi: cosa significa scegliere, cosa implica il rimpianto e come possiamo dare un senso alla nostra esistenza? “Volevamo che il pubblico si interrogasse se la protagonista avesse fatto la scelta giusta”, confida il regista, sottolineando l’ambiguità morale e la complessità emotiva del personaggio.
La visione dell’aldilà proposta da *Eternity* è sorprendentemente terrena, quasi una metafora del nostro attaccamento alle cose materiali e alla ricerca della felicità.
“Girare un film sull’aldilà mi ha fatto riflettere molto sulle nostre vite”, ammette Freyne.
“Le nostre vite sono così brevi, anche se sono lunghe, sono sempre troppo brevi.

È il nostro destino.

” Un’affermazione che invita a una riflessione profonda sulla caducità dell’esistenza e sull’importanza di vivere ogni istante con intensità e consapevolezza.

*Eternity* non è solo una commedia romantica, ma un’opera che ci spinge a interrogarci sul significato dell’amore, del destino e della nostra stessa mortalità.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap