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mercoledì 19 Novembre 2025

Ex Ilva, Cgil al fianco dei sindacati: mobilitazione e appello al Governo

La Cgil esprime pieno appoggio alle mobilitazioni indette da Fiom, Fim e Uilm, un fronte sindacale determinato a opporsi alla progressiva dismissione del complesso industriale originariamente noto come Ilva.
La decisione, come ha ribadito con fermezza il Segretario Generale Maurizio Landini, non è un atto isolato, ma l’espressione di una profonda preoccupazione per il declino del tessuto produttivo nazionale e le conseguenze devastanti che una chiusura definitiva comporterebbe per migliaia di famiglie e intere comunità.
La questione della ex Ilva trascende la mera gestione di un singolo sito produttivo; si configura come un sintomo di una crisi sistemica più ampia, che affligge il panorama industriale italiano.
Anni di gestione precaria, speculazioni finanziarie e scelte politiche discutibili hanno portato il complesso a un punto di non ritorno, mettendo a rischio non solo l’occupazione, ma anche la competenza tecnologica e la capacità innovativa del Paese.
Landini ha lanciato un appello diretto al Governo, sollecitando un cambio di rotta radicale.
Il piano attuale, giudicato inadeguato e superficiale, deve essere urgentemente ritirato e sostituito con una strategia industriale seria e lungimirante, capace di garantire la riqualificazione del sito, la tutela dei lavoratori e la creazione di nuove opportunità occupazionali.

Non è sufficiente una mera gestione della crisi; è necessario un intervento proattivo e coraggioso, orientato alla ricostruzione di un’industria siderurgica competitiva e sostenibile.
Il Segretario Generale ha inoltre sottolineato la necessità di un intervento diretto e incisivo da parte della Presidente del Consiglio, auspicando un ruolo di mediazione e di garanzia per la salvaguardia di un patrimonio industriale e umano di inestimabile valore.
La situazione richiede una leadership forte e capace di superare gli interessi particolari e di agire nell’interesse collettivo.
La mobilitazione sindacale non è un atto di protesta sterile, ma un monito al Governo affinché si assuma la responsabilità di proteggere il futuro del Paese.

Servono investimenti concreti, non promesse vaghe e progetti incompiuti.
È imperativo superare la logica del breve termine e abbracciare una visione strategica che tenga conto delle esigenze del territorio, della sostenibilità ambientale e della competitività internazionale.

Il futuro dell’Italia, ha concluso Landini, si gioca anche sulla capacità di preservare e valorizzare le sue eccellenze industriali, combattendo la speculazione e promuovendo il lavoro dignitoso.
La ripresa economica e la coesione sociale dipendono, in larga misura, da questa scelta.

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