Ex Ilva: Sindacati chiedono intervento pubblico e tavolo urgente con il Governo

La persistente incertezza sul futuro degli stabilimenti ex Ilva, e in particolare sulla capacità di garantire la ripresa delle attività produttive, alimenta una crescente mobilitazione sindacale e pone al centro del dibattito politico la questione di un intervento pubblico strutturale.

Durante un corteo unitario a Genova Cornigliano, in occasione dello sciopero generale dei metalmeccanici, il segretario generale della Fiom Cgil, Michele De Palma, ha lanciato un appello diretto alla Presidente del Consiglio affinché convochi urgentemente un tavolo di confronto per sospendere di fatto il piano di dismissione degli impianti e per avviare formalmente la trasformazione in una società pubblica.
La richiesta, a lungo sostenuta dai sindacati, mira a fornire una base solida per l’attuazione del piano industriale elaborato dal governo stesso, un piano che, a detta dei lavoratori, rischia di essere compromesso dall’attuale situazione di stallo.
Le dichiarazioni del Ministro Urso, secondo De Palma, non offrono risposte concrete e appaiono contraddittorie rispetto alla realtà che i lavoratori vivono quotidianamente.
L’affermazione di una ripresa “normale” e di un ritorno al lavoro appare infondata, dato che la carenza di risorse finanziarie rappresenta un ostacolo insormontabile per la prosecuzione delle attività produttive.
Il Ministro, secondo il sindacato, omette di riconoscere la gravità della situazione economica che affligge gli impianti.
L’appello del segretario De Palma non si limita a denunciare una presunta disinformazione del governo, ma si configura come una sollecitazione a un cambio di rotta strategico.

La creazione di una società pubblica, con adeguate iniezioni di capitali, sarebbe l’unico modo per garantire la continuità produttiva, tutelare l’occupazione e onorare gli impegni assunti a livello governativo.
Questo intervento pubblico non dovrebbe essere interpretato come un’eccezione, ma come un atto di responsabilità nei confronti di un’eredità industriale complessa e cruciale per l’economia nazionale.

La tutela di un patrimonio produttivo di tale rilevanza, con i relativi posti di lavoro e il know-how accumulato, impone un approccio proattivo e lungimirante, che vada oltre le logiche del mercato immediato.

Il futuro dell’ex Ilva, e con esso quello di intere comunità, dipende dalla capacità politica di rispondere con coraggio e determinazione a questa sfida.

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