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sabato 15 Novembre 2025

Fake News e Europa: smontare i miti, costruire verità.

Dissezionare la narrazione distorta: un’analisi delle fake news e il ruolo dell’Unione Europea.
Questo è stato il cuore dell’incontro “Verità a Metà: Svelare l’Europa”, parte del più ampio Fake News Festival.

Un dibattito che ha visto protagonisti Marco Cucchini, esperto di politica e legislazione, Ines Gouveia da Silva, coordinatrice dell’European Youth Event del Parlamento Europeo, e Martina Chirico, ex presidente di ESN Udine, moderato dal podcaster Piero Dal Poz.

L’incontro si è posto l’obiettivo cruciale di smontare alcune delle più persistenti e dannose rappresentazioni false che circondano l’Unione Europea, miti che alimentano disinformazione e alimentano un sentimento di distacco tra cittadini e istituzioni.
Tra le bufale smascherate: la presunta imposizione europea di contributi per l’edilizia popolare destinata ai Rom, il divieto di utilizzare espressioni familiari come “vai in camera tua”, e la diffusa credenza che il programma Erasmus offra un percorso accademico indolore.

Cucchini ha introdotto la discussione facendo riferimento ai dati di un recente sondaggio Eurobarometro, evidenziando come, nonostante le critiche, una netta maggioranza (74%) percepisca un beneficio per il proprio Paese derivante dall’appartenenza all’Unione.
Una dissonanza interessante, ha osservato, poiché spesso le voci più critiche sono quelle che beneficiano maggiormente dei fondi e delle politiche europee.
Questa contraddizione, suggerisce, è il risultato di una lacuna informativa, una difficoltà a tracciare la filiera dei vantaggi che derivano dall’integrazione europea.

Il docente ha poi argomentato una tesi provocatoria: l’Unione Europea non è nata dalla volontà popolare, ma dall’azione strategica di élite politiche lungimiranti, capaci di trascendere le divisioni nazionali e costruire un senso di identità comune, promuovendo attivamente l’unità piuttosto che enfatizzare le differenze.

Un progetto guidato dall’alto, ma con il potenziale di radicarsi nella coscienza collettiva.

Martina Chirico ha aggiunto una prospettiva preziosa, sottolineando come l’esperienza diretta di studio o lavoro all’estero, attraverso programmi come Erasmus+ e il Corpo Europeo di Solidarietà, tenda a rafforzare l’identità europea.

Contrariamente alla narrazione comune, Erasmus non è un percorso agevole, ma un’opportunità di crescita personale e culturale, un’immersione in realtà diverse che arricchisce la comprensione del mondo.
Ines Gouveia da Silva ha focalizzato l’attenzione sulla necessità di una comunicazione più efficace e trasparente da parte delle istituzioni europee, per spiegare ai cittadini l’impatto concreto delle politiche UE sulla loro vita quotidiana.

Ha citato l’esperienza dell’European Youth Event, un’iniziativa che ha riunito migliaia di giovani a Strasburgo per affrontare tematiche cruciali come il cambiamento climatico e le disuguaglianze sociali, dimostrando il desiderio di partecipazione e l’importanza di coinvolgere le nuove generazioni nel processo decisionale.
Il motto “Uniti nella diversità” incarna la forza del progetto europeo: un’entità fondata sui principi di pace, democrazia e libertà, un equilibrio delicato tra identità nazionali e un’aspirazione condivisa a un futuro comune, un futuro che richiede un impegno costante per contrastare la disinformazione e promuovere una cultura della verità.

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