Femminicidio: Allarme Istat, 9 donne su 10 uccise da uomini.

Un’inquietante tendenza emerge dai dati Istat, dipingendo un quadro desolante di violenza estrema e femminicidi che solcano la società italiana.

Le statistiche rivelano una drammatica persistenza di omicidi di genere, caratterizzati da un’elevata brutalità e una sofferenza inaudita per le vittime, che spesso presentano lesioni compatibili con atti di estrema crudeltà.

Il 2024 conferma una realtà profondamente preoccupante: il 91,4% delle morti femminili sono direttamente attribuibili a femminicidio, un dato che evidenzia la pervasività di questa forma di violenza.
Cento sei donne hanno perso la vita in questi atti efferati, su un totale di 116 decessi per mano maschile.
La ricorrenza di relazioni preesistenti tra aggressore e vittima sottolinea un problema radicato, che si manifesta all’interno del tessuto familiare e relazionale.
L’aggressore è quasi sempre un uomo italiano, legato alla donna da un rapporto di vicinanza, che suggerisce un fallimento nella gestione dei conflitti e un’escalation della violenza fino al punto di rottura.

Un aspetto particolarmente allarmante è l’aumento del rischio per le donne anziane.

La fascia di età compresa tra i 75 e gli 85 anni emerge come una platea particolarmente vulnerabile, dove la fragilità fisica e spesso l’isolamento sociale amplificano la possibilità di diventare vittime di femminicidio.
Questa vulnerabilità è legata a fattori complessi che spaziano da dinamiche intergenerazionali non risolte a situazioni di dipendenza economica e assistenziale.

L’incidenza dei femminicidi rispetto al totale delle donne uccise ha subito un’impennata significativa, passando dal 82,1% del 2023 al 91,4% del 2024, un livello paragonabile a quello registrato nel 2020, anno segnato da un’emergenza sanitaria che potrebbe aver esacerbato le dinamiche di violenza domestica.

Questi numeri non sono semplici statistiche; rappresentano vite spezzate, famiglie distrutte e una profonda ferita nella coscienza collettiva.
Richiedono un’analisi approfondita delle cause profonde, che vanno oltre la cronaca e toccano questioni culturali, sociali ed economiche.
È necessario un impegno concreto e multidisciplinare per contrastare la violenza di genere, promuovendo l’educazione al rispetto, l’empowerment femminile e l’accesso a servizi di supporto efficaci, con particolare attenzione alle donne anziane, spesso invisibili e marginalizzate.
Il silenzio non è più un’opzione; solo attraverso la consapevolezza e l’azione possiamo sperare di spezzare questa spirale di violenza e garantire un futuro più sicuro per tutte le donne.

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