L’interlocuzione sollevata dal candidato alla presidenza regionale, Roberto Fico, nei confronti del viceministro Cirielli, si concentra su un tema cruciale: il presunto disallineamento tra le politiche del governo in carica e le esigenze del Mezzogiorno.
La critica non si limita a una generica accusa, ma si articola attorno a scelte concrete che, a detta di Fico, hanno impattato negativamente sul tessuto socio-economico del Sud Italia.
In particolare, il riferimento all’autonomia differenziata emerge come un punto focale della contestazione.
L’implementazione di questo modello, secondo la prospettiva di Fico, configura una strategia che aggrava le disparità territoriali, piuttosto che mitigarle.
Si ipotizza, implicitamente, che l’autonomia differenziata, nella sua attuale formulazione, possa favorire le regioni più avanzate, a scapito di quelle, come quelle del Sud, che necessitano di maggiore sostegno e risorse per colmare il divario con il Nord.
Al di là dell’autonomia differenziata, la critica si estende al taglio dei finanziamenti destinati ai Comuni, un provvedimento percepito come un’ulteriore penalizzazione per le amministrazioni locali, spesso già gravate da difficoltà finanziarie e con risorse limitate per erogare servizi essenziali alla cittadinanza.
L’osservazione di Fico non si esaurisce in una mera critica ad arte, ma si presenta come un appello alla responsabilità politica, sollecitando la destra a rendere conto delle conseguenze delle proprie azioni, soprattutto in relazione ai danni arrecati al Sud.
Si sottolinea l’apparente difficoltà, o la mancanza di volontà, da parte della destra di comprendere e di rispondere alle specifiche problematiche del Mezzogiorno, suggerendo una distanza critica tra le decisioni governative e le reali necessità del territorio.
La polemica, quindi, trascende la sfera istituzionale, assumendo una valenza più ampia: si tratta di una questione di equità territoriale, di giustizia sociale e di coesione nazionale, in cui le scelte politiche, anche quelle apparentemente tecniche come la gestione dei finanziamenti o l’implementazione dell’autonomia differenziata, si traducono in conseguenze concrete sulla vita delle persone e sullo sviluppo del territorio.
Il riferimento ai dieci anni di attività dell’amministrazione De Luca, sottinteso, serve forse a fornire un contrasto, un punto di riferimento a cui contrapporre le presunte politiche penalizzanti dell’attuale governo.








