Firenze, aumenti ai musei: prezzi su, accessibilità garantita

A partire dal primo febbraio, il panorama dell’offerta museale fiorentina subirà una riorganizzazione tariffaria volta a sostenere la salvaguardia e l’arricchimento del patrimonio culturale cittadino.
Il Comune di Firenze ha annunciato un adeguamento dei prezzi d’ingresso ai musei civici, una mossa resa imprescindibile dall’impennata generalizzata dei costi di gestione, fenomeno che incide in maniera significativa sulle risorse destinate alla conservazione e all’innovazione espositiva.

L’ultima revisione delle tariffe risale al 5 gennaio 2018, un lasso di tempo in cui l’inflazione ha eroso in modo considerevole il potere d’acquisto e aumentato i costi operativi.
L’aumento, seppur inevitabile, sarà accompagnato dalla ferma volontà di preservare l’accessibilità per i residenti.
Le agevolazioni e i programmi di incentivazione destinati a fiorentini e residenti nella Città Metropolitana rimangono inalterati, compresa la “Card del Fiorentino,” un abbonamento annuale a costo contenuto (10 euro) che consente l’accesso illimitato a tutti i musei civici, un’iniziativa volta a promuovere la fruizione culturale nel tessuto sociale locale.

Le tariffe subiranno variazioni significative.

Palazzo Vecchio, fulcro dell’identità rinascimentale fiorentina, vedrà il biglietto intero salire da 12,50 a 18 euro, mentre il ridotto passerà da 10 a 12 euro.

Similmente, la Torre d’Arnolfo, con la sua prospettiva unica sulla città, incrementerà il suo costo da 12,50 a 20 euro (ridotto da 10 a 13 euro).

La Cappella Brancacci, scrigno di affreschi inestimabili, vedrà un aumento da 10 a 15 euro (ridotto da 7 a 10 euro).
Anche gli altri siti museali, come la Fondazione Romano, il Museo Bardini, il Novecento, il Forte Belvedere, gli scavi archeologici e le Torri di S.

Niccolò, S.
Giorgio, della Zecca e di Porta Romana, saranno interessati da incrementi tariffari, seppur in misura variabile.
Un elemento di discontinuità riguarda la sperimentazione del biglietto a prezzo ridotto (5 euro) per Palazzo Vecchio, legato a progetti di valorizzazione in collaborazione con la Fondazione Muse.

Tale agevolazione, concepita come incentivo alla fruizione, non sarà più applicata dopo il 6 gennaio 2026.

Giovanni Bettarini, assessore alla cultura, sottolinea come questo adeguamento tariffario non sia una misura restrittiva, bensì un investimento nel futuro del patrimonio culturale fiorentino.

“Vogliamo garantire risorse maggiori per la conservazione, la sicurezza, l’ampliamento delle collezioni e lo sviluppo di attività espositive e didattiche innovative,” afferma l’assessore.
L’obiettivo primario è favorire una fruizione più sostenibile e responsabile del patrimonio, destinando maggiori risorse alle attività culturali dedicate ai fiorentini e alle nuove generazioni.
Rimane saldamente confermato l’impegno a tutelare l’ampia rete di gratuità e riduzioni già in vigore, un modello di accessibilità culturale e inclusione sociale tra i più estesi a livello nazionale, garantendo l’apertura dei musei a famiglie, studenti, scuole e categorie sociali meritevoli.

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