Un’inconsueta scena ha interrotto la consueta movimenta Galleria Vittorio Emanuele II a Milano: un flashmob organizzato dal collettivo “Cambiare Rotta” ha trasformato lo spazio iconico in un teatro di denuncia sociale.
Due figure eccentriche, vestite con abiti da Babbo Natale ma con maschere che riproducevano i volti di Giorgia Meloni e Guido Crosetto, hanno distribuito pacchetti ai passanti, generando un misto di stupore e riflessione.
L’azione, ben orchestrata, non era una semplice performance artistica, ma un atto di contestazione volto a sollevare un dibattito urgente: la deriva militarista del governo italiano.
I militanti, attraverso questa provocatoria rappresentazione, intendevano rendere tangibile e simbolica la politica di difesa perseguita dall’esecutivo, una politica che, a loro avviso, sacrifica il futuro dei giovani sull’altare di logiche geopolitiche dettate dall’Alleanza Atlantica e dall’Unione Europea.
Il gesto di “consegna dei regali” non mirava a una critica personale ai singoli ministri, quanto piuttosto a denunciare una visione strategica nazionale che, secondo Cambiare Rotta, sta portando il paese verso una progressiva militarizzazione della società.
La proposta di reintroduzione della leva militare, l’incremento del Prodotto Interno Lordo destinato al settore della difesa, l’accresciuta presenza di logiche militari in ambiti civili: questi gli elementi che, secondo i manifestanti, costituiscono un “regalo” amaro per le nuove generazioni, un fardello che ne limita le opportunità e le prospettive.
L’azione ha rappresentato un appello alla mobilitazione, un invito a rafforzare l’opposizione a una classe politica percepita come distante dalle reali esigenze dei cittadini.
Cambiare Rotta ambisce a promuovere un nuovo percorso, una sfida a questa direzione politica che, a loro dire, non incarna la volontà popolare.
La performance non si è conclusa con la semplice distribuzione di pacchetti, ma con una chiara dichiarazione di intenti: continuare la lotta contro la guerra e la leva militare, promuovendo alternative pacifiche e investendo nel futuro dei giovani, non in armamenti e conflitti.
L’obiettivo è stimolare una riflessione più ampia e approfondita sul ruolo dell’Italia nel contesto internazionale, promuovendo un modello di sviluppo basato sulla pace, la cooperazione e la giustizia sociale.




