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martedì 18 Novembre 2025

Frana in Collio: Brazzano di Cormons inghiottita dal fango

Nella notte, il silenzio di Brazzano di Cormons, piccolo centro nel cuore del Collio goriziano, è stato brutalmente squarciato da una forza primordiale: una frana di fango e detriti, innescata da piogge torrenziali che hanno saturato il fragile terreno collinare.
La natura, in un atto di inaudita violenza, ha inghiottito un’abitazione, trasformandola in un cumulo di macerie e alimentando la paura e l’angoscia tra i residenti.
L’evento, purtroppo non isolato nella regione, evidenzia una drammatica convergenza di fattori che rendono queste aree particolarmente vulnerabili.
Le precipitazioni intense, sempre più frequenti e intense a causa del cambiamento climatico, agiscono da detonatore, ma la fragilità del territorio è un problema di fondo, radicato in una complessa combinazione di geologia, urbanizzazione e gestione del territorio.
Il Collio, con le sue pendici ripide e l’alternanza di scisti argillosi e calcari, è un ambiente geologicamente instabile.

La presenza di strati argillosi, in particolare, favorisce la formazione di colate di fango quando il terreno è saturo d’acqua.
L’erosione, accelerata dalla deforestazione storica e dalle pratiche agricole intensive, ha ulteriormente indebolito la stabilità dei versanti.

L’urbanizzazione, spesso spinta da fattori economici e turistici, ha contribuito a modificare il paesaggio, riducendo le aree verdi e aumentando l’impermeabilizzazione del suolo.

Questo fenomeno aggrava il problema del deflusso delle acque piovane, aumentando la pressione sulle pendici e favorendo l’insorgenza di frane.

La gestione del territorio, con una pianificazione a volte inadeguata e una scarsa manutenzione delle opere di contenimento, ha spesso amplificato i rischi.

L’assenza di sistemi di monitoraggio efficaci e di piani di emergenza ben definiti ha reso la comunità ancora più esposta a eventi catastrofici come questo.

La tragedia di Brazzano di Cormons non è solo una calamità naturale, ma una conseguenza diretta di un rapporto insostenibile tra uomo e ambiente.
Richiede una riflessione profonda e un cambio di paradigma nella gestione del territorio, che tenga conto della complessità dei fattori in gioco e che promuova un modello di sviluppo più sostenibile e resiliente.
È necessario investire in misure di prevenzione, come la rinaturalizzazione dei versanti, la realizzazione di opere di contenimento, l’implementazione di sistemi di monitoraggio e la creazione di aree di esbosco.
Allo stesso tempo, è fondamentale sensibilizzare la popolazione sui rischi e promuovere comportamenti responsabili.

La ricostruzione dell’abitazione distrutta è un obiettivo prioritario, ma non può essere l’unico.

È urgente affrontare le cause profonde della fragilità del territorio, per evitare che tragedie simili si ripetano in futuro.

Il futuro del Collio goriziano, e di molte altre aree collinari d’Italia, dipende dalla nostra capacità di imparare da questa terribile esperienza e di agire con determinazione e lungimiranza.

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