Frecciarossa: Piacenza Contesta, Serrature sulla Connessione.

La rimodulazione del servizio ferroviario nazionale, in particolare la soppressione della fermata serale di Piacenza per il Frecciarossa 9330, sta generando un’ondata di contestazioni e preoccupazioni che trascendono i confini provinciali.
La decisione di Trenitalia, in vigore dal 14 dicembre con l’introduzione del nuovo orario invernale, riduce drasticamente la connettività del territorio, privando un’ampia fetta di popolazione di un collegamento vitale.

La scomparsa della fermata, che attualmente serve anche Modena, Reggio Emilia e Parma, segna un arretramento significativo in termini di accessibilità e coesione territoriale.

Il Frecciarossa 9330 rappresentava un pilastro per il ritorno serale da Roma, offrendo un servizio diretto essenziale per pendolari, professionisti, studenti e lavoratori che gravano sul tessuto economico e sociale dell’intera area.

L’obbligo di ricorrere a cambi complessi a Bologna, spesso in fasce orarie scomode e con ripercussioni sulla sicurezza personale, costituisce una pesante sanzione per i cittadini.
La scelta di Trenitalia non può essere considerata isolata, ma si inserisce in una logica di ottimizzazione del servizio che, in questo caso, sembra penalizzare prioritariamente le esigenze del territorio a favore di una presunta efficienza a livello nazionale.

Questa decisione rischia di compromettere la competitività del Piacentino e dell’intera provincia, erodendo la sua attrattività per investimenti e talenti.
La protesta sollevata dalla sindaca Katia Tarasconi, sostenuta da un coro di voci provenienti da diverse realtà sociali e politiche, testimonia la gravità della situazione.

L’assenza di un confronto preventivo con gli enti locali, come evidenziato dai parlamentari del Partito Democratico (Enza Rando, Maria Cecilia Guerra e Stefano Vaccari), denota una mancanza di sensibilità verso le esigenze concrete dei territori e una scarsa volontà di co-progettare soluzioni condivise.
L’interrogazione presentata al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti mira a ottenere chiarimenti sulle motivazioni alla base di questa decisione e a sollecitare un ripensamento.
Anche esponenti del Movimento 5 Stelle si sono uniti alla protesta, dimostrando come la questione trascenda le divisioni ideologiche e si configuri come un problema di interesse comune.
La rimodulazione del servizio ferroviario deve essere guidata da principi di equità, sostenibilità e accessibilità, garantendo a tutti i cittadini la possibilità di spostarsi in modo efficiente e sicuro, senza compromettere lo sviluppo economico e sociale del territorio.

L’episodio pone l’accento sulla necessità di una governance ferroviaria più partecipata, che tenga conto delle specificità locali e che promuova un modello di mobilità realmente al servizio delle persone.

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