Genova, scontri a piazza Alimonda: feriti e tensioni sociali.

Nel corso del tardo pomeriggio di ieri, Genova è stata teatro di un’esacerbazione delle tensioni sociali, culminata in scontri di significativa violenza tra manifestanti e forze dell’ordine.

L’evento scatenante è stata la chiusura della sede locale di Casapound, decisione che ha innescato una risposta immediata da parte di gruppi di estrema sinistra.

Oltre centocinquanta individui, riconducibili a diverse componenti della rete “Genova Antifascista”, hanno dato vita a un corteo che, partendo da piazza delle Americhe, mirava a raggiungere la sede di Casapound, situata in prossimità di piazza Alimonda.
L’area era stata preventivamente cinturata dalla polizia, con sbarramenti disposti lungo via Odessa, in considerazione dei rischi legati alla potenziale escalation del confronto.

La dinamica degli eventi ha visto un’escalation rapida e inaspettata.
Un gruppo di manifestanti, intenzionato a forzare lo sbarramento, ha dato inizio a un lancio indiscriminato di oggetti contundenti.
L’arsenale improvvisato includeva non solo bottiglie e rifiuti recuperati da contenitori pubblici, ma anche materiali prelevati da un cantiere edile limitrofo, come cubetti di porfido e tondini metallici, unitamente a petardi e fumogeni.
Le azioni aggressive si sono ripetute a ondate, concentrandosi in particolare sul dispositivo di sicurezza di via Odessa, deputato a proteggere la sede di Casapound.

A farne le spese sono stati diversi operatori delle forze dell’ordine, tra cui il funzionario della Questura responsabile dello sbarramento e un suo collaboratore, oltre a sei agenti del VI Reparto Mobile.

Il bilancio dell’alterco si è tradotto in otto poliziotti feriti e danni significativi a quattro veicoli del Reparto Mobile, unitamente a diverse autovetture parcheggiate nella zona.
Per disperdere i manifestanti, che avevano tentato di avvicinarsi alla sede di Casapound da cui, nel frattempo, erano fuoriusciti, la polizia ha fatto ricorso all’impiego di lacrimogeni, una misura volta a contenere l’ulteriore propagazione della tensione.
Nel corso delle operazioni, alcuni manifestanti sono stati identificati, al fine di accertarne le responsabilità.
Le indagini relative agli episodi violenti sono state affidate alla Digos, con l’obiettivo di ricostruire l’intera dinamica degli eventi, individuare i responsabili dei danneggiamenti e delle aggressioni, e accertare eventuali responsabilità per fatto di persone e per l’organizzazione delle proteste.

L’episodio solleva interrogativi sulla gestione della sicurezza pubblica in contesti di forte polarizzazione ideologica e sulla necessità di trovare soluzioni per garantire il diritto di manifestare in modo pacifico, nel rispetto della legalità e della tutela dell’ordine pubblico.

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