L’eccezionalità delle operazioni “Ghenos” e “Scylletium”, condotte all’alba da un massiccio dispositivo dei Carabinieri del Gruppo Tutela Patrimonio Culturale di Roma, con il coordinamento sinergico delle Procure di Catania e Catanzaro, sta aprendo scenari inediti per la conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale italiano.
Il procuratore di Catania, Francesco Curcio, ha sottolineato in conferenza stampa come la quantità e la rilevanza dei reperti sequestrati suggeriscano la possibilità di istituire un museo archeologico di risonanza nazionale, un’opportunità senza precedenti per l’area.
Le indagini, complesse e articolate, hanno portato alla luce un traffico illecito di beni culturali di inestimabile valore, esteso geograficamente e temporalmente.
Non si tratta solamente di un episodio isolato, ma di una rete strutturata che ha sfruttato, per anni, lacune normative e una scarsa sorveglianza per sottrarre alla collettività opere d’arte e manufatti archeologici.
L’operazione Ghenos, il cui nome evoca il dio greco dei fuochi sotterranei, ha permesso di recuperare una vasta collezione di reperti di epoca greco-romana, molti dei quali provenienti da scavi clandestini in Sicilia.
Questi includono ceramiche, statuette, monete e oggetti di uso quotidiano che offrono una finestra preziosa sulla vita e le usanze delle antiche popolazioni.
L’operazione Scylletium, dal canto suo, ha svelato un’altra filiera di traffico, questa volta concentrata in Calabria, con il recupero di reperti bronzei, ceramiche attiche e altri manufatti di notevole importanza storica e artistica.
Il sequestro di questi beni rappresenta non solo un successo nella lotta al traffico illecito, ma anche un’occasione unica per approfondire la conoscenza del passato.
La complessità delle operazioni testimonia l’impegno costante delle forze dell’ordine e della magistratura nella tutela del patrimonio culturale, un patrimonio che è espressione dell’identità nazionale e della memoria collettiva.
L’istituzione di un museo dedicato a questi ritrovamenti, come suggerito dal procuratore Curcio, non solo offrirebbe al pubblico la possibilità di ammirare da vicino queste opere d’arte, ma stimolerebbe anche la ricerca scientifica e la divulgazione culturale, contribuendo a sensibilizzare le nuove generazioni sull’importanza della conservazione del nostro patrimonio storico e artistico.
La sfida ora è quella di garantire la corretta catalogazione, restauro e esposizione di questi reperti, affinché possano essere fruiti e apprezzati da tutti.





