cityfood
cityeventi
mercoledì 5 Novembre 2025

Giappone-USA: Takaichi difende l’accordo, ma crescono i dubbi

La premier giapponese Sanae Takaichi ha ribadito con fermezza l’inamovibilità del complesso accordo commerciale e di sicurezza del valore di 550 miliardi di dollari siglato con gli Stati Uniti, nonostante le crescenti tensioni interne e le critiche provenienti dalla comunità internazionale.
La dichiarazione, pronunciata a margine del vertice regionale di Gyeongju, in Corea del Sud, sottolinea la volontà del Giappone di consolidare un’alleanza strategica con l’amministrazione statunitense, un impegno che si inserisce in un quadro geopolitico di crescente complessità.
La decisione di Takaichi, leader conservatrice e figura di spicco della politica giapponese, si articola attorno alla necessità di garantire la continuità degli impegni internazionali, indipendentemente dalle fluttuazioni politiche interne o dai cambi di leadership, un principio fondamentale per la credibilità e la stabilità del Giappone a livello globale.
Tuttavia, l’accordo solleva interrogativi significativi riguardo alla sostenibilità fiscale del paese, impegnato in una serie di investimenti ambiziosi in settori strategici come l’intelligenza artificiale, la cybersicurezza e lo sviluppo di infrastrutture critiche negli Stati Uniti.

Fonti governative, pur confermando la volontà di perseguire tali investimenti, riconoscono le crescenti difficoltà nel reperire le risorse necessarie, evidenziando un potenziale squilibrio tra le ambizioni del Giappone e le sue capacità finanziarie.
L’accordo bilaterale, presentato da Takaichi come il pilastro di un’alleanza globale imprescindibile, si inserisce nel più ampio progetto di un Indo-Pacifico libero e aperto, un’eredità diretta della visione geopolitica promossa dall’ex premier Shinzo Abe.
Il presidente statunitense Donald Trump ha espresso il suo appoggio all’impegno giapponese di accelerare l’acquisto di equipaggiamenti militari americani e di elevare la spesa per la difesa al 2% del Prodotto Interno Lordo, un obiettivo che riflette un rafforzamento della cooperazione in ambito di sicurezza.

Tuttavia, l’allineamento quasi acritico con le politiche statunitensi desta preoccupazioni.
Un editoriale del quotidiano Mainichi Shimbun mette in guardia contro il rischio di un’eccessiva dipendenza da una politica estera americana sempre più imprevedibile, caratterizzata da un approccio “America First” e da decisioni impulsive come la recente definizione del patto Aukus come superfluo, unitamente a oscillazioni nelle relazioni con Mosca e Pechino.

Il Giappone, in questo scenario, rischia di essere chiamato a sostenere un onere crescente senza una chiara condivisione delle responsabilità e una definizione precisa degli obiettivi comuni.
La premier Takaichi ha tentato di bilanciare questa crescente dipendenza con aperture verso un approccio multilaterale durante il summit di Gyeongju, ma la sua riluttanza a esprimere critiche nei confronti delle politiche israeliane a Gaza o a contestare le barriere commerciali statunitensi alimenta accuse di eccessiva deferenza nei confronti di Washington.Di fronte a questa situazione, analisti e osservatori internazionali sottolineano l’imperativa necessità di una diplomazia strategica, che vada oltre la semplice deterrenza militare.
L’alleanza con gli Stati Uniti, pur rimanendo un elemento cruciale, non deve esaurire la strategia complessiva del Giappone, che deve definire con chiarezza i propri interessi nazionali e i propri limiti, anche quando questi si discostano dalle posizioni statunitensi.

Un’autonomia strategica, sostenuta da un approccio diplomatico ponderato e indipendente, appare essenziale per garantire la prosperità e la sicurezza del Giappone in un mondo sempre più complesso e incerto.

Il futuro del Giappone, in definitiva, dipenderà dalla sua capacità di navigare con prudenza tra le sfide geopolitiche, preservando la sua identità e perseguendo i propri interessi nazionali.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap