Giustizia in Calabria: digitale un miraggio, un grido d’allarme.

La digitalizzazione della giustizia, un imperativo del nostro tempo, si scontra con una realtà desolante nelle sedi giudiziarie calabresi, come testimoniato dalla denuncia del Procuratore della Repubblica di Crotone, Domenico Guarascio, rivolta agli studenti del liceo classico Pitagora nell’ambito del progetto “Scuola di Costituzione”.
La situazione, lungi dall’essere un’anomalia locale, riflette una crisi sistemica che affligge gran parte dei tribunali italiani, evidenziando un divario critico tra le esigenze operative e le risorse disponibili.

Il quadro che emerge è quello di una Procura che combatte una battaglia impari: un singolo computer, macchinari obsoleti, spesso datati di dieci anni, non sostituiti, rappresentano un ostacolo insormontabile nell’era del processo penale telematico.

Questa carenza strumentale non è un dettaglio accessorio, ma un elemento che compromette direttamente la corretta e tempestiva gestione dei procedimenti giudiziari.

La gestione della mole crescente di documentazione processuale, elemento intrinseco a ogni indagine, si trasforma in un’operazione faticosa e inefficiente, rallentando i tempi e aumentando il rischio di errori.
L’introduzione del processo penale telematico, con la sua inevitabile implicazione di digitalizzazione, impone un cambiamento radicale nel modo di operare delle sedi giudiziarie.
Non solo i magistrati, ma anche il personale amministrativo, figura cruciale nel flusso di lavoro, necessitano di strumenti informatici adeguati per poter svolgere le proprie mansioni in maniera efficace.

La mancanza di computer idonei crea un collo di bottiglia che incide negativamente sull’intera filiera della giustizia.
Il Procuratore Guarascio, con un gesto di trasparenza e responsabilità, ha evitato di assumere toni accusatori, sottolineando che l’obiettivo non è sostituirsi alle decisioni politiche, ma richiamare l’attenzione su una problematica diffusa e condivisa.
La denuncia, in sintesi, è un grido d’allarme proveniente dalla magistratura, che lamenta una cronica carenza di investimenti nel settore giustizia.

Questi investimenti non sono un mero costo, ma un fattore abilitante che rende possibile l’efficacia e il corretto funzionamento dell’intero sistema giudiziario, garantendo diritti fondamentali e assicurando una giustizia accessibile a tutti i cittadini.
La digitalizzazione della giustizia, pertanto, non è un’opzione, ma un dovere imprescindibile per un Paese che ambisce a essere moderno e democratico.

- pubblicità -
- Pubblicità -
- pubblicità -
Sitemap