Verso una Nuova Era della Mobilità Marittima: Prove in Mare di Veicoli Autonomi nel Golfo di NapoliIl Golfo di Napoli si configura come un laboratorio all’avanguardia per il futuro della navigazione, ospitando le prime prove in mare di veicoli autonomi marini (AUV) sviluppati nell’ambito del Centro Nazionale di Mobilità Sostenibile (Cnmost), un’iniziativa strategica finanziata dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e gestita dall’Università Parthenope di Napoli.
Queste sperimentazioni, realizzate in collaborazione con Lega Navale e Circolo Canottieri di Napoli, rappresentano un passo cruciale verso una rivoluzione nel trasporto marittimo, un settore vitale per l’economia italiana e globale.
Il progetto, nato tre anni fa sotto la guida del professor Michele Martelli dell’Università di Genova, si inserisce in un quadro più ampio di ricerca focalizzato sullo sviluppo di soluzioni innovative per una mobilità integrata e a basso impatto ambientale, che abbraccia aria, terra e mare.
Il settore marittimo, coordinato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), si concentra specificamente sul potenziale trasformativo dell’automazione per il trasporto di merci, responsabile di oltre l’80% del commercio mondiale.
L’Università Parthenope ha implementato una rete di sensori meteo-marini avanzati in tutto il Golfo di Napoli, creando un “test site” ideale per la validazione dei prototipi.
Questa infrastruttura, integrata da una sofisticata catena modellistica di previsioni meteo-marine, fornisce dati in tempo reale e permette di simulare condizioni operative complesse, essenziali per testare l’affidabilità dei sistemi in scenari reali.
Il prorettore Giorgio Budillon ha sottolineato l’importanza di questo approccio olistico, enfatizzando come la combinazione di dati ambientali dettagliati e modelli predittivi consenta ai veicoli di operare in un ambiente accuratamente monitorato e controllato.
Le prove si concentrano sulla valutazione della capacità dei veicoli autonomi di interpretare l’ambiente circostante, elaborare dati provenienti da sensori di bordo, evitare ostacoli e adattare la rotta in modo indipendente.
Questo include la verifica di sistemi avanzati per la pianificazione del percorso e l’identificazione di potenziali collisioni, utilizzando algoritmi che prendono in considerazione parametri quali onde, correnti e venti.
L’obiettivo primario è quello di simulare condizioni operative realistiche, sottoponendo i sistemi a variazioni improvvise e inaspettate, al fine di validarne la robustezza e l’efficacia.
La collaborazione coinvolge un ecosistema di competenze multidisciplinari, unendo la ricerca accademica di istituzioni come l’Università di Palermo, l’Università Federico II di Napoli e centri di ricerca del Cnr (tra cui l’Istituto di Ingegneria del Mare, l’Istituto di Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente e l’Istituto di Scienze e Tecnologie dell’Informazione), al know-how industriale di partner strategici come il gruppo Fincantieri, leader nella cantieristica navale.
L’integrazione di automazione, digitalizzazione e una profonda comprensione delle dinamiche meteo-marine non è solo una tendenza, ma un imperativo per il futuro del settore, offrendo la prospettiva di una navigazione più sicura, efficiente e sostenibile.
I dati raccolti durante le prove alimenteranno un ciclo di miglioramento continuo, affinando gli algoritmi e i modelli predittivi per garantire che i veicoli autonomi siano pronti ad affrontare le sfide del mare di domani.
Questo progetto rappresenta quindi un investimento strategico nel futuro della mobilità marittima italiana, posizionando il Paese all’avanguardia dell’innovazione nel settore.






