La persistente invasione del granchio blu (Callinectes sapidus) continua a rappresentare una sfida cruciale per il tessuto socio-economico delle zone lagunari dell’Italia centro-settentrionale, in particolare nel Ferrarese e lungo la costa romagnola.
L’allarme, ribadito oggi a Goro durante un incontro con il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, sottolinea come la situazione non sia stata risolta, nonostante gli sforzi compiuti.
Roberto Savini, neo presidente di Confcooperative Romagna-Estense, ha evidenziato la portata del problema, quantificando in 954 le domande di indennizzo presentate dalle imprese locali, con una stima complessiva di necessità finanziaria che si aggira intorno agli 80 milioni di euro.
Questa cifra, notevolmente elevata, solleva seri interrogativi sulla sostenibilità delle risorse nazionali attualmente stanziate, con il rischio concreto di lasciare le aziende agricole e di allevamento in una situazione di grave precarietà.
L’onere amministrativo e i costi sostenuti per la predisposizione delle pratiche, incluse le necessarie perizie tecniche, risulterebbero in questo scenario vanificati, minando la fiducia nel sistema di supporto pubblico.
La richiesta formale avanzata a Ministro e Regione si concentra quindi non solo sulla garanzia di una copertura finanziaria totale, ma anche sulla definizione di tempistiche chiare e trasparenti per la liquidazione degli indennizzi, al fine di assicurare certezza e prevedibilità per gli operatori.
Al di là dell’immediata necessità di risarcimento, Savini ha posto l’attenzione sulla pianificazione strategica e sull’utilizzo ottimale delle risorse europee.
Un elemento chiave è la prevenzione del disimpegno dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) Feampa 2021-2027, risorse potenzialmente significative che altrimenti confluiscono a Bruxelles.
La proposta avanzata consiste nel mantenere questi capitali a disposizione della regione, indirizzandoli verso un bando mirato e tempestivo per la semina e il ripopolamento della vongola verace (Ruditapes philippinarum).
Questa azione non solo contribuirebbe alla ripresa della produzione di un prodotto simbolo del territorio, ma anche a rafforzare la resilienza dell’intera filiera, diversificando le opportunità economiche e promuovendo la conservazione del patrimonio naturale e culturale legato alla laguna.
L’azione rappresenta un investimento a lungo termine, capace di mitigare gli impatti negativi dell’invasione del granchio blu e di favorire un futuro più sostenibile per le comunità costiere.








