Nella Sala delle Nicchie della Galleria Palatina, un ambiente di straordinaria suggestione all’interno di Palazzo Pitti, si dispiega un racconto inedito: la storia di Firenze e delle sue dinastie regnanti, narrata attraverso l’evoluzione del suo mobilio.
L’allestimento “I Mobili dei Re” non è semplicemente una collezione di oggetti d’arredo, ma un vero e proprio viaggio nel tempo, che abbraccia il Seicento e il Settecento, illustrando il mutare dei gusti, delle influenze e delle aspirazioni delle famiglie Medici, Lorena e Savoia.
Come sottolineato dal direttore delle Gallerie degli Uffizi, Simone Verde, l’arredo di una residenza nobiliare rivela molto più di quanto si possa immaginare.
Ogni poltrona, ogni vaso, ogni scrivania racchiude in sé i valori, il potere e la visione del mondo dei suoi proprietari.
La sala, infatti, custodisce tesori come sontuose poltrone d’apparato, testimoni di cerimonie e ricevimenti; vasi di pregio, provenienti dalle raffinate manifatture di Sèvres e dalle lontane terre della Cina, che riflettono l’apertura culturale delle corti; la complessa e ingegnosa scrivania a meccanica di Giovanni Socci, emblema dell’ingegno e della funzionalità; un prezioso inginocchiatoio, opera di Leonardo van der Vinne, intarsiato con materiali rari e preziosi; e un fedele modello in scala dello stesso Palazzo Pitti, uno stipo miniaturizzato che ne celebra la magnificenza.
L’esposizione non è concepita come una vetrina statica, bensì come un organismo dinamico.
Verde ha infatti chiarito che i pezzi esposti saranno oggetto di rotazioni periodiche, consentendo al pubblico di apprezzare un panorama più ampio del patrimonio mobiliare di Palazzo Pitti e permettendo anche interventi di restauro mirati.
Questa flessibilità garantisce una fruizione continua e arricchita del patrimonio.
L’evoluzione del gusto, come si evince dall’arredo, è strettamente legata ai cambiamenti politici e culturali che hanno attraversato Firenze.
Con l’avvento dei Lorena, il mobilio abbandona le eccessive decorazioni barocche, abbracciando la leggerezza e la raffinatezza delle lacche orientali, un riflesso dell’apertura verso nuove influenze artistiche.
Ferdinando III introduce il rigore e l’armonia dello stile neoclassico, imprimendo un segno distintivo nell’arredo palaziale.
Il breve periodo sotto la dominazione francese, con Elisa Baciocchi, porta con sé l’eleganza dello stile Impero, un’impronta tipicamente napoleonica.
Infine, con l’avvento dei Savoia, si assiste a una rinascita estetica che combina elementi del passato con le nuove tendenze del tempo.
L’eclettismo diventa la cifra distintiva dell’arredo, un vero e proprio laboratorio di idee che ispirerà l’arredo del Quirinale.
Molti dei mobili di Palazzo Pitti, destinati a impreziosire la residenza reale, entrano a far parte del patrimonio della Presidenza della Repubblica, testimoniando il passaggio di una dinastia all’altra e la continuità del patrimonio culturale italiano.
L’esposizione si configura, dunque, come un ponte tra passato e presente, un invito a riflettere sulla storia e l’identità del nostro Paese attraverso il linguaggio silenzioso e eloquente del mobilio.






