Nell’atmosfera carica di significato che avvolge la chiesa di Capocastello, a Mercogliano, un atto di fede e una profonda riflessione sociale si fondono.
Quest’anno, il presepe realizzato da don Vitaliano Della Sala non sarà solo una riproduzione della natività, ma un’incarnazione simbolica delle fragilità del nostro tempo.
Al posto del tradizionale Bambino Gesù, una bambina accoglierà lo sguardo dei fedeli.
Questa scelta, spiegata dal parroco noto per il suo impegno in difesa dei diritti umani e per le sue posizioni critiche verso le logiche globalizzanti, non è un mero esperimento artistico.
È un atto teologico che mira a riflettere l’immagine di un Dio che si fa carne nelle situazioni di estrema vulnerabilità.
Gesù, oggi, si rivelerebbe non solo nel Bambino abbandonato in una mangiatoia, ma soprattutto nel bambino palestinese privo di casa e di terra, nel bambino ucraino dilaniato dalla guerra, nel bambino sudanese costretto a fuggire dalla fame e dalla violenza.
È un Dio che si identifica con coloro che non hanno futuro, che non hanno voce, che sono dimenticati dalle logiche del potere.
L’immagine della bambina, dunque, diventa un segno potente: un invito a guardare al di là delle consuetudini, a interrogarsi sulle cause della sofferenza, a agire per costruire un mondo più giusto e solidale.
Ma il significato di questa scelta va oltre la denuncia delle ingiustizie globali.
Essa si configura anche come un appello aperto alla Chiesa, un monito a superare le barriere culturali e teologiche che impediscono alle donne di accedere al ministero ordinato.
La statuina, con la sua presenza inaspettata, si pone come un simbolo di inclusione, un invito a riconsiderare i ruoli e le possibilità offerte alle donne all’interno della comunità cristiana.
Don Vitaliano, con questa iniziativa, stimola una riflessione profonda, un dibattito aperto, un confronto costruttivo con i teologi e con tutti coloro che ancora ostacolano il cammino verso una Chiesa più equa e rappresentativa.
La bambina nel presepe diventa così un’icona di speranza, un segno di cambiamento, un simbolo di un futuro in cui la fede si traduca in azione concreta a favore dei più deboli e degli emarginati.






