Il futuro di Italdesign, celebre centro di design e ingegneria torinese, è al centro di un acceso dibattito industriale, con possibili implicazioni per l’intero ecosistema produttivo italiano legato al gruppo Volkswagen. Il prossimo consiglio di sorveglianza del gigante automobilistico tedesco, previsto per il 14 novembre, potrebbe sancire una svolta cruciale: la vendita della maggioranza delle quote di Italdesign. In parallelo, il consiglio Audi, convocato per il 20 novembre, potrebbe offrire ulteriori chiavi di lettura su questa operazione.
La notizia ha immediatamente suscitato la mobilitazione sindacale.
Fiom Cgil e Fim Cisl hanno indetto un presidio di protesta davanti allo stabilimento di Moncalieri, programmato per il 14 novembre, dalle 7:30 alle 9:00, un segnale forte di allarme e di richiesta di trasparenza.
Alla manifestazione parteciperanno delegazioni provenienti anche da Lamborghini e Ducati, marchi di prestigio del gruppo Volkswagen, che esprimono una crescente preoccupazione per un potenziale effetto domino, temendo che la cessione di Italdesign possa preludere a strategie analoghe per altre realtà produttive italiane.
La rappresentanza sindacale di Italdesign, in una dichiarazione con toni accesi, esprime la ferma opposizione alla cessione, sottolineando la necessità imprescindibile di una valutazione approfondita delle condizioni necessarie per la tutela dei lavoratori e per la garanzia di una solida prospettiva industriale.
I 1300 dipendenti, pilastri di un’eccellenza italiana riconosciuta a livello globale, sono tormentati dall’incertezza derivante da un possibile disimpegno del gruppo Volkswagen, amplificata da messaggi contrastanti e dalla mancanza di un piano industriale chiaro e condiviso.
L’assenza di un coinvolgimento attivo da parte della Regione Piemonte e delle istituzioni locali, denunciata dal sindacalista Gianni Mannori, aggrava ulteriormente il clima di inquietudine.
La solidarietà ai lavoratori di Italdesign si estende a tutto il gruppo Volkswagen in Italia, come testimoniato dalla presa di posizione delle rappresentanze sindacali di tutte le aziende.
Questo segnale unanime riflette la consapevolezza che la salute di Italdesign è intrinsecamente legata al benessere dell’intero settore automotive italiano.
Un elemento cruciale in questo scenario è l’incontro del 9 ottobre tra Italdesign, i sindacati italiani (Fiom e Fim) e il sindacato tedesco IG Metall, tenutosi proprio nello stabilimento di Moncalieri.
Durante il confronto, è emersa la figura di Ust Global, una multinazionale americana con capitale indiano specializzata nello sviluppo di servizi informatici, con una significativa presenza nel settore automotive.
L’interesse di Ust Global potrebbe rappresentare una potenziale alternativa per il futuro di Italdesign, ma solleva interrogativi sulle sinergie tecnologiche, sui modelli di governance e, soprattutto, sulle implicazioni per l’occupazione e le competenze del personale.
La vicenda di Italdesign si configura, quindi, come un caso emblematico delle sfide che attendono l’industria italiana, costretta a confrontarsi con la globalizzazione, le nuove tecnologie e le dinamiche sempre più complesse dei mercati internazionali.
La tutela dell’occupazione, la salvaguardia delle competenze e la promozione di un futuro industriale sostenibile rappresentano imperativi ineludibili, che richiedono un impegno congiunto da parte delle istituzioni, delle imprese e delle rappresentanze sindacali.







