Un episodio di grave allarme sociale ha coinvolto Jesi, dove i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile della locale Compagnia hanno arrestato un uomo di 25 anni, di origine pachistana, accusato di danneggiamento, atti persecutori e violazione delle misure cautelari già disposte a suo carico.
L’arresto, avvenuto nella mattinata odierna, è il culmine di una serie di comportamenti aggressivi e intimidatori che hanno destabilizzato la comunità locale, in particolare il personale della Cooperativa Cooss Marche, un’organizzazione impegnata nella fornitura di servizi di assistenza agli anziani.
L’uomo, già noto alle forze dell’ordine per precedenti coinvolgimenti in atti vandalici, aveva preso di mira la sede della cooperativa in diverse occasioni nelle settimane precedenti, manifestando un’ostinata pretesa di accesso con atteggiamenti minacciosi.
L’episodio di oggi ha visto il personale, profondamente turbato dalla sua presenza, reagire con un gesto di difesa immediata, barricandosi all’interno degli uffici e ricorrendo all’utilizzo di arredi – in questo caso, una scrivania – per cercare di impedire l’irruzione.
Nonostante ciò, l’uomo è riuscito a forzare l’ingresso, venendo prontamente bloccato dai Carabinieri intervenuti.
L’arresto assume una particolare rilevanza se contestualizzato all’interno del quadro giuridico che già gravava sull’uomo.
Il Tribunale di Ancona, in seguito a un precedente arresto per fatti analoghi, aveva disposto a novembre un ordine di divieto di dimora, una misura restrittiva volta a limitare la sua libertà di movimento.
In aggiunta, la Questura di Ancona aveva emesso un foglio di via obbligatorio, che imponeva all’uomo di lasciare il territorio comunale di Jesi, a causa della frequenza e della gravità dei reati commessi.
La violazione di tali misure, aggravate dall’intensificarsi dei comportamenti intimidatori, configura un quadro di pericolosità sociale che desta preoccupazione.
L’episodio solleva interrogativi sulla gestione della marginalità sociale e sulla necessità di un approccio multidisciplinare che coinvolga servizi sociali, psicologi e mediatori culturali, al fine di prevenire il radicamento di dinamiche devianti e favorire l’integrazione.
La vicenda, ora, sarà esaminata in sede giudiziaria, con l’udienza per direttissima prevista per la mattinata di domani presso il Tribunale di Ancona, dove si valuteranno le misure da adottare nei confronti dell’arrestato.
La comunità di Jesi attende con apprensione risposte concrete per garantire la sicurezza e la serenità dei propri cittadini.







