La mia famiglia a Taipei: Anteprima a Bologna con Nina Ye

Il Pop Up Cinema Jolly 4K di Bologna si appresta ad accogliere un evento di particolare significato: la proiezione in anteprima di “La mia famiglia a Taipei” (Left-Handed Girl), opera d’esordio registico di Shih-Ching Tsou, e la presenza della giovanissima interprete protagonista, Nina Ye.
L’appuntamento è fissato per il 12 dicembre alle ore 21:00, in vista dell’uscita ufficiale del film nelle sale il 22 dicembre, grazie alla distribuzione di I Wonder Pictures, in collaborazione con Unipol Biografilm Collection e Wise Pictures.
“La mia famiglia a Taipei” non è semplicemente un film, ma un’immersione sensoriale e emotiva nel cuore pulsante di una metropoli asiatica in rapida evoluzione.

Tsou, proveniente da un background di collaborazioni di alto livello con il pluripremiato Sean Baker – co-regista di “Take Out” e produttrice con lui per titoli iconici come “Red Rocket” e “The Florida Project” – si afferma con questa opera come voce originale e profondamente personale.

La sceneggiatura, condivisa con Baker e arricchita dalla sua esperienza come produttore e montatore, testimonia una sinergia creativa che ha dato vita a un racconto di formazione e scoperta.

Il film si distingue per una fotografia vibrante e un’attenzione meticolosa ai dettagli, che catturano la vivacità di Taipei attraverso lo sguardo ingenuo e meravigliato di I-Jing, interpretata con una naturalezza sorprendente da Nina Ye.

La bambina, a soli cinque anni, si rivela una guida esperta nel labirinto di strade, suoni e odori che compongono la sua quotidianità.

La narrazione, filtrata attraverso la sua innocenza, si trasforma in un viaggio introspettivo sulla famiglia, l’identità e il significato delle tradizioni.

Un elemento di profonda valenza simbolica introduce una svolta inaspettata: il divieto imposto dal nonno di utilizzare la mano sinistra, percepita come portatrice di sventura.

Questa proibizione, apparentemente banale, si rivela catalizzatore di conseguenze inattese, innescando una spirale di riflessioni su pregiudizi culturali, superstizione e l’importanza di abbracciare la propria individualità.
Il divieto, infatti, pone I-Jing di fronte a una sfida esistenziale, costringendola a confrontarsi con le dinamiche familiari e a interrogarsi sul significato delle regole e delle convenzioni sociali.
La consacrazione internazionale del film è testimoniata dalla sua anteprima mondiale al prestigioso Festival di Cannes, dove ha ricevuto il premio della Fondazione Gan, riconoscimento che ne celebra l’originalità e la sensibilità.

L’accoglienza calorosa da parte di pubblico e critica a livello globale conferma il suo valore artistico e la sua capacità di comunicare emozioni universali al di là delle barriere culturali.
“La mia famiglia a Taipei” si configura, dunque, come un’opera capace di emozionare, far riflettere e aprire uno sguardo nuovo sull’importanza di celebrare la diversità e la ricchezza delle culture asiatiche.

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