domenica 12 Ottobre 2025
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Landini ad Assisi: Pace col lavoro, no alla guerra

Il messaggio di Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, risuona ad Assisi, in un contesto storico segnato da crescenti tensioni geopolitiche e da un’escalation di spese militari a livello globale.
Lungi dall’offrire soluzioni durature, la via armata si rivela una spirale autodistruttiva, un circolo vizioso che perpetua conflitti e aggrava le disuguaglianze.

La sua partecipazione al convegno “Il lavoro marcia verso la pace”, preludio alla tradizionale Marcia Perugia-Assisi, offre una prospettiva radicalmente diversa, un’alternativa concreta e un imperativo morale.
La critica rivolta al governo Meloni non si limita a un mero dissenso politico; rappresenta una denuncia profonda di una visione distorta della sicurezza nazionale.
Destinare risorse ingenti all’aumento delle spese militari, in un momento in cui la fragilità sociale e la precarietà economica affliggono ampie fasce della popolazione, costituisce una scelta miope e irresponsabile.
Investire nel riarmo significa sottrarre risorse vitali a settori essenziali come sanità, istruzione e politiche sociali, alimentando un sistema di disuguaglianze che mina le fondamenta stesse della democrazia.
La retorica della forza, spesso evocata come garanzia di stabilità, si rivela una mera illusione.

La vera sicurezza, la pace duratura, si costruiscono non attraverso la deterrenza militare, ma attraverso la promozione del lavoro dignitoso, la garanzia dei diritti fondamentali, l’accesso universale alla sanità e all’istruzione di qualità.

Sono questi i pilastri di una società coesa, prospera e resiliente, capace di affrontare le sfide del futuro senza ricorrere alla violenza.

È innegabile che le guerre abbiano conseguenze devastanti, non solo in termini di vite umane e distruzione materiale, ma anche sul piano economico e sociale.

I conflitti alimentano l’inflazione, erodono il potere d’acquisto delle famiglie, aggravano le condizioni di vita dei lavoratori e compromettono la sostenibilità dei sistemi sociali.

La spirale della guerra genera insicurezza economica, povertà e disperazione, generando a loro volta nuove tensioni e conflitti.
Il segretario della Cgil propone un’alternativa chiara e ambiziosa: una società fondata sul lavoro, sulla giustizia sociale e sulla solidarietà, non sul profitto e sulla guerra.
Un modello in cui la persona è al centro delle politiche pubbliche, in cui il lavoro dignitoso è un diritto fondamentale e in cui la protezione sociale è una responsabilità collettiva.
L’annuncio di una grande manifestazione a Roma il 25 ottobre, aperta a tutti, testimonia l’impegno del sindacato a promuovere questa visione alternativa e a mobilitare l’opinione pubblica in difesa della pace e della giustizia sociale.
Si tratta di un appello a superare le logiche del riarmo e a costruire un futuro di prosperità e di coesistenza pacifica, in cui il lavoro sia motore di sviluppo e la persona sia al centro di ogni decisione.

La marcia verso Assisi e la successiva mobilitazione a Roma rappresentano un atto di resistenza contro una visione del mondo dominata dalla violenza e dalla paura, un inno alla speranza e alla possibilità di costruire un futuro migliore per tutti.

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