L’incertezza strategica che grava sull’Unione Europea rappresenta un nodo cruciale per il futuro del continente, un tema sollevato con chiarezza dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti durante il forum “Cambio di Paradigma”.
L’Europa, per troppo tempo, ha operato prevalentemente in una logica di reazione, un gioco di difesa volto a mitigare crisi piuttosto che a proiettare una visione proattiva e definita.
Questa postura, lungi dall’essere un mero stile, riflette una profonda difficoltà nel trasformarsi in un vero e proprio soggetto politico, capace di agire con autonomia e determinazione sulla scena globale.
Il tradizionale pilastro franco-tedesco, per anni considerato il motore dell’integrazione europea, ha subito una significativa erosione.
Sebbene abbia storicamente rappresentato un punto di riferimento per la politica fiscale e monetaria, la sua direzione è stata spesso inequivocabilmente orientata da una visione prevalentemente tedesca.
La recente crisi di leadership che attraversa la Germania, con un vuoto di figure capaci di guidare con la stessa autorità di un tempo, ha contribuito a indebolire questo asse, lasciando spazio a una fase di transizione complessa e potenzialmente dolorosa.
L’Italia, grazie a una ritrovata stabilità politica ed economica, si sta progressivamente inserendo in questo nuovo scenario, cercando di recuperare un ruolo più attivo e influente.
Tuttavia, questo reinserimento non avviene in un contesto di facile ridefinizione degli equilibri.
Il modello precedente, basato su una leadership franco-tedesca dominante, non è più sostenibile, ma la sua sostituzione richiede tempo e un profondo ripensamento delle dinamiche di potere all’interno dell’Unione.
La sfida che l’Europa si trova ad affrontare non è solo di natura politica, ma anche economica e sociale.
La necessità di una maggiore coesione e solidarietà tra gli Stati membri, unita alla pressione di sfide globali come il cambiamento climatico, la competizione tecnologica e le migrazioni, richiede una risposta coordinata e lungimirante.
La transizione verso un’Europa più forte e autonoma implica la necessità di una maggiore flessibilità, un approccio più pragmatico e una capacità di adattamento rapida alle nuove realtà.
Implica, inoltre, una revisione delle politiche economiche e finanziarie, un rafforzamento della cooperazione in ambito di difesa e sicurezza e una maggiore attenzione alle esigenze dei cittadini europei.
Il processo sarà complesso e richiederà un impegno congiunto da parte di tutti gli attori coinvolti, ma rappresenta una condizione imprescindibile per garantire un futuro prospero e sicuro per l’Europa nel mondo.








