Quasi quattro anni sono trascorsi dalla scoperta del corpo di Liliana Resinovich nel boschetto annesso all’ex manicomio di Trieste, il 5 gennaio 2022, e l’ombra del dubbio persiste, alimentando un’indagine complessa e intrisa di incertezze.
Sebastiano Visintin, il marito della donna, continua a sostenere che la verità sulla morte della moglie non sia stata accertata e si è espresso in merito durante un’intervista a “Ore 14” su Rai 2, condotta da Milo Bambino.
La chiave per svelare la dinamica degli eventi, secondo Visintin, risiede in una nuova perizia medico-legale.
Le due consulenze già acquisite durante le indagini presentano pareri divergenti e inconciliabili, rendendo imperativo un ulteriore esame dei reperti e una revisione delle conclusioni preliminari.
L’incongruenza delle prime valutazioni solleva interrogativi significativi sulla possibilità che la morte di Liliana sia stata un suicidio, come inizialmente ipotizzato, o il risultato di un atto violento.
La questione è ora al vaglio della Corte di Cassazione, che dovrà pronunciarsi sull’ammissibilità di questa nuova perizia.
Sebastiano Visintin ha dichiarato che, qualora la Cassazione respingesse il ricorso, si adopererà per trovare altre vie legali per ottenere l’esame peritale, sottolineando la sua determinazione a perseguire la verità.
“Sarebbe sbagliato,” ha affermato, “ma troveremo altre forme per fare questo esame.
“L’intervista ha offerto anche un raro sguardo sulla vita attuale di Visintin, profondamente segnata dalla perdita della moglie.
“Ora vivo da solo,” ha raccontato, ricordando i 32 anni trascorsi insieme.
Liliana, descritta come una donna semplice, meravigliosa e animata da una profonda passione per la vita e i viaggi, rimane un punto di riferimento fondamentale.
“Il ricordo di lei mi dà la carica, mi dà la voglia di vivere, di riuscire prima o poi a dare delle risposte.
” Visintin ha espresso il bisogno impellente di dare un senso alla perdita, di trovare un punto di chiusura che gli permetta di comunicare a Liliana, in un certo senso, che la sua lotta per la verità non è finita.
La sua volontà, ha concluso, è quella di continuare a lottare per Liliana, mantenendo viva la speranza di ottenere le risposte necessarie per poter finalmente elaborare il lutto e onorare la memoria della moglie.
La vicenda, al di là delle implicazioni legali, rappresenta una profonda riflessione sulla fragilità umana, sulla perdita e sulla ricerca disperata della verità in un contesto di incertezza e dolore.








