Il 2024 si configura come un anno di paradosso per la regione Marche.
Se da un lato si celebra un primato storico con una speranza di vita media che si attesta a 84,2 anni, un dato che testimonia progressi significativi in termini di assistenza sanitaria e qualità della vita, dall’altro emergono segnali d’allarme che ne compromettono la sostenibilità futura.
Il rapporto Benessere Equo e Sostenibile (Bes) 2024, analizzato dall’Ires Cgil Marche, dipinge un quadro complesso, dove l’invecchiamento della popolazione convive con crescenti fragilità e difficoltà di accesso ai servizi essenziali.
L’aumento della longevità è innegabile, ma è accompagnato da una drammatica impennata delle patologie croniche e delle disabilità significative tra gli anziani over 75, che interessano quasi la metà della popolazione.
Questo dato, unitamente alla diminuzione della speranza di vita in buona salute, ridotta a soli 65 anni (contro gli 11,7 del 2023), evidenzia una progressiva erosione della qualità della vita nella terza età, con implicazioni profonde per il sistema di welfare e per le famiglie.
L’aumento della prevalenza di comorbilità, spesso legate a stili di vita non sempre sani e a fattori ambientali, contribuisce ad aggravare la situazione, rendendo necessaria una revisione dei modelli di assistenza e di prevenzione.
La difficoltà di accedere alle cure mediche si fa sentire con sempre maggiore insistenza.
Un numero crescente di medici di medicina generale si trova a gestire carichi di lavoro insostenibili, superando i limiti di assistibilità raccomandati.
La rinuncia a prestazioni sanitarie, fenomeno preoccupante che colpisce ormai il 10,6% della popolazione, riflette una combinazione di fattori, tra cui lunghe liste d’attesa, barriere economiche e geografiche, e una percezione di inadeguatezza del sistema sanitario.
Questo fenomeno amplifica le disuguaglianze di salute, penalizzando soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione.
Parallelamente, la fuga di cervelli continua a impoverire il tessuto economico e sociale della regione.
Il saldo negativo di -13,7 per mille laureati residenti sottolinea l’incapacità del territorio di trattenere i giovani talenti, attratti da opportunità lavorative e formative in altre regioni.
Questo fenomeno, a sua volta, compromette la capacità innovativa e competitiva del sistema marchigiano.
Infine, la questione abitativa si presenta come una sfida cruciale.
L’aumento del numero di famiglie che gravano su costi abitativi eccessivi (superiori al 40% del reddito complessivo) segnala una crescente difficoltà per i cittadini nel soddisfare un bisogno primario.
Questa situazione, aggravata dalla scarsità di alloggi a prezzi accessibili, contribuisce ad aumentare la precarietà economica e sociale delle famiglie marchigiane, alimentando sentimenti di insicurezza e frustrazione.
Come sottolinea Loredana Longhin, segretaria regionale Cgil Marche, la combinazione di questi fattori richiede un intervento urgente e mirato da parte delle istituzioni regionali.
Non si tratta solo di rispondere alle emergenze, ma di programmare politiche abitative pubbliche, rafforzare i servizi sanitari, incentivare la permanenza dei giovani talenti e promuovere uno sviluppo economico più equo e sostenibile.
La priorità deve essere quella di garantire a tutti i cittadini marchigiani il diritto a una vita dignitosa, con pari opportunità di accesso ai servizi essenziali e a un futuro prospero.
La sfida è complessa, ma il futuro della regione dipende dalla capacità di affrontarla con coraggio e determinazione.







